L’UNIONE DELLE PROVINCE SICILIANE PRESENTA UN DISEGNO DI LEGGE

 

In Sicilia in particolare le Province Regionali nel 2012 hanno speso per un totale di 600 milioni di euro, a fronte dei 9 miliardi della Regione e dei 4 miliardi e mezzo dei Comuni. Su questo dato, potremmo affermare che in effetti le Province non siano un dispendio così gravoso. Inoltre, garantirebbero la democrazia, a differenza dei Liberi Consorzi, che sarebbero espressione dei partiti con quello che ne consegue. L’attuale governo in formazione, le recenti elezioni politiche ci inducono a dissentire da un sistema che favorisca l’elezione dei partiti, a scapito di quelle dirette. Inoltre, ci sarebbe un aggravio dei costi non indifferente, anche se molti enti scomparirebbero.

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Nel corso dell’incontro a Palazzo dei Normanni, i rappresentanti dell’Unione regionale Province siciliane hanno attaccato l’esecutivo, presentando un proprio disegno di legge. “Noi espressione del popolo”, dice Giovanni Avanti.

 Avanti contesta quindi l’abolizione dell’elezione diretta: “Sarebbe una negazione della democrazia. Una restaurazione ed un ritorno al passato, andando a favore delle nomine fatte dai partiti e non della volontà dei cittadini”. All’incontro organizzato in Sala Gialla hanno preso parte anche l’assessore regionale alle Autonomie locali Patrizia Valenti e Antonio Saitta, Presidente dell’Unione Province italiane, che ha sottolineato la propria posizione a sostegno dell’organismo intermedio. “Si sbaglia a pensare che le Province siano un male e che la loro abolizione risolva qualcosa”, afferma Saitta, che è anche presidente della Provincia di Torino. Per rinforzare la propria posizione l’Urps, Unione province siciliane, ha presentato anche una serie di dati provenienti dal ministero del Tesoro, che sottolineano l’esiguo margine di spesa che hanno le Province.

Crediamo che i presupposti per un’abolizione delle Province non ci siano, se guardiamo le dichiarazioni dell’Urps, le contestazioni dei partiti, e un’opinione pubblica divisa tra l’essere favorevole o contraria. A volte la disinformazione non favorisce l’opinione.

Il constatare che poi le spese delle Province non siano così gravose, ci induce a riflettere, e  ,magari , a favorire la Riforma di esse, ma non la soppressione delle medesime. Queste ,inoltre, esprimono spesso in modo insostituibile la peculiare identità della popolazione di un territorio, come quella iblea.

Siamo consapevoli che queste sono necessarie ai territori, e ai cittadini. Sono istituzioni intermedie anche funzionali, non carrozzoni politici come si dice. Altri Enti sono i carrozzoni politici, e su questi si deve intervenire tagliandoli.

 

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