Lo “strano destino” dell’aeroporto di Comiso (seconda parte)

Seconda parte dell’articolo-reportage dedicato all’aeroporto di Comiso. La prima parte è stata pubblicata ieri, 2 giugno.

n. 3
Dopo quattro anni di attesa riparte la continuità territoriale. Si tratta di 24 milioni di euro, finanziati da Stato e Regione, per consentire i voli a tariffa fissa e calmierata per i residenti in Sicilia (37-38 euro per Roma, 50 euro per Milano, oltre alle tasse aeroportuali). La continuità territoriale serve solo per i residenti in Sicilia, agevola solo chi vive nell’isola, non incentiva il turismo. Ma negli aeroporti dove è stata avviata ha prodotto buoni risultati. Per Comiso, invece, è stata avviata e interrotta nel 2021, in periodo Covid, dopo il fallimento di Alitalia, che la gestì solo per nove mesi e a ranghi ridotti proprio a causa del Covid. Si sarebbe dovuto ripartire nell’arco di qualche mese, e invece sono passati quattro lunghi anni. E, nel frattempo, nell’aeroporto si è continuato a vivere di incertezze. Le responsabilità? Certamente della politica! Il blocco si è verificato a Bruxelles e i ritardi sono dovuti anche alla coincidenza delle elezioni europee e ai ritardi del varo della nuova Commissione europea. È un dato di fatto. Ma forse i governi regionale e nazionale avrebbero dovuto dare una mano e spingere un po’ di più. Ora siamo al rush finale. Il bando, anche in questo caso, è pronto. La continuità territoriale dovrebbe partire a fine ottobre o novembre. Con grave ritardo. Dobbiamo però precisare due cose. La continuità territoriale sarà solo per tre anni. Essa viene concessa agli aeroporti che hanno una certa distanza (in termini di chilometri e di tempi di percorrenza) dall’aeroporto principale, nel nostro caso Catania. Quando sarà completata la nuova autostrada Ragusa–Catania, l’aeroporto Fontanarossa sarà più vicino e, quindi, non potremo più avere agevolazioni per i residenti in Sicilia.
Vogliamo dirla tutta? Ci chiediamo come mai, visto che la continuità territoriale partirà in ottobre, le rotte per Milano e Roma erano state inserite nel bando della Provincia che propone incentivi per tre anni. Dimenticanza, errore o scelta precisa con motivazioni che non conosciamo?

n. 4
Progetto Cargo. Sono stati stanziati 47 milioni di euro con il Fondo Sviluppo e Coesione. Comiso è l’unico aeroporto siciliano che può realizzare una piattaforma per il trasporto delle merci e per la logistica. Solo a Comiso ci sono le aree disponibili (quelle dell’ex base della Nato) che possono essere utilizzate allo scopo. Gli altri aeroporti si trovano al centro di aree fortemente antropizzate e non si può certo abbattere strade e infrastrutture per realizzare il cargo. Comiso, quindi, potrebbe essere l’unica piattaforma cargo nell’isola. Che non sostituisce assolutamente il trasporto delle persone, ma potrebbe essere un’aggiunta. Il cargo, solitamente, viene operato nelle ore notturne, negli slot lasciati liberi dal trasporto aereo normale. Cargo, dunque. Una novità assoluta, anche se se ne parla almeno da 25 anni, fin dalle prime idee progettuali per dar vita all’aeroporto di Comiso. Se questi soldi, questi investimenti importanti (cifra persino superiore a quella stanziata per la realizzazione dello scalo) saranno bene utilizzati e se il “Progetto Cargo” sarà realizzato, ce lo dirà la storia futura. Anche qui, da giornalisti, esaminiamo quanto sta accadendo e attendiamo i fatti. Che ci dicono, finora, che i soldi sono stati stanziati, affidati alla Sac di Catania, che dovrà sia realizzare l’area per la logistica cargo sia avviare un progetto di trasformazione dell’aerostazione, attualmente poco funzionale anche perché non si riesce a sfruttare l’area commerciale. La nuova aerostazione dovrebbe consentire l’utilizzo del secondo piano per le partenze e dell’attuale caserma dei vigili del fuoco (quasi limitrofa all’aerostazione) per gli arrivi. Il progetto cargo avrà tempi più lunghi, serviranno alcuni anni. I tempi previsti sono entro il 2031. Ma, se dovesse essere realizzato, sarebbe un risultato importante.

n. 5
Nel frattempo, e nell’attesa, il Comune di Comiso sta realizzando l’Ufficio merci. Anche questo, finora, non c’era e sarà una novità. La Regione ha messo a disposizione un finanziamento di circa due milioni. Per la logistica si utilizzeranno alcuni capannoni già esistenti dell’ex aeroporto militare e, probabilmente, l’attuale caserma dei vigili del fuoco, che potrebbe essere spostata altrove. I lavori dovrebbero partire a breve e l’Ufficio merci potrà essere pronto già nel 2026.
Si lavora, dunque, su più binari.
Con una certezza:
le settimane che stiamo vivendo sono quelle più nere per l’aeroporto di Comiso.
Quelle in cui è facile inserirsi con facili proteste, che però non spiegano i fatti.
Le settimane che stiamo vivendo sono anche quelle più importanti. Perché le scelte che sono state fatte e che si stanno facendo potrebbero dare una svolta allo scalo del “Pio La Torre” o dire la parola fine sul suo futuro. Sono le settimane e i mesi della svolta, nell’una o nell’altra direzione. E noi leggeremo la storia che sarà scritta nei prossimi mesi. E analizzeremo le scelte che i vari attori (Regione siciliana, Comune di Comiso, Ex Provincia regionale di Ragusa, Camera di Commercio del Sud Est, Sac di Catania), ciascuno per la sua parte, opereranno.
Intanto, in questo articolo, abbiamo dato uno sguardo ad alcune delle scelte già compiute e a quelle che si stanno compiendo.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it