Lo “strano” bando sul museo del costume al castello di Donnafugata. Lab 2.0 chiede modifiche e chiarimenti

L’Amministrazione comunale ha proceduto all’emanazione di un bando per l’“Affidamento in concessione della gestione dei servizi di custodia, promozione e valorizzazione del Museo del Costume Gabriele Arezzo di Trifiletti presso il Castello di Donnafugata”. Data di pubblicazione 10 novembre 2017, data di scadenza per partecipare 28 novembre. Valore complessivo dell’appalto, 500mila euro. Secondo il direttivo del Laboratorio politico 2.0 “è facile comprendere che appena 18 giorni dalla pubblicazione non possono essere considerati un tempo sufficiente per consentire la più ampia partecipazione, aprendo l’offerta anche al di là dei confini regionali, per aziende che siano non solo interessate, ma anche economicamente capaci di una gestione così come viene richiesta. Inoltre sarebbe necessaria una maggiore pubblicità del bando, fuori dal sito istituzionale del Comune, quindi su mezzi di comunicazione di massa, allo scopo di lavorare al meglio per la valorizzazione di questo patrimonio”. “Siamo convinti che il Museo del Costume possa rappresentare un valore aggiunto anche per la promozione complessiva del bene monumentale che lo ospita – proseguono dal Lab 2.0 – ma proprio per l’importanza che ricopre tale opportunità, rispetto anche all’assenza di dati di lungo termine che lo riguardano, offriamo all’Amministrazione due valutazioni: attualmente non siamo in grado di sapere in proiezione il potenziale effettivo del Museo, quindi anche se il Comune calcola che il suo valore può aggirarsi sui 500mila euro, senza effettivi parametri in prospettiva potrebbe non essere appetibile un impegno di gestione di quella entità. Poi, ammettendo anche che qualcuno possa essere interessato a un tale impegno, non pensiamo che possano bastare 18 giorni per un’azienda, di qualsiasi dimensione, per stilare un “piano industriale” valido in grado di soddisfare le aspettative del bando, che prevede anche l’impiego di personale con tutte le tutele del caso”. “Per queste ragioni – concludono – è nostro parere che l’Amministrazione debba cambiare almeno i termini di scadenza del bando stesso e, forse, anche il suo valore e le modalità di pubblicizzazione”.

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