È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
L’IMPORTANTE E’ CHE SE … CAGNA!
09 Gen 2014 15:04
Intanto mi scuso per il riadattamento del famoso detto romanesco (molto poco lusinghiero, in verità, per le italiche virtù) adeguato al dibattito sul sistema elettorale che sembra stia finalmente decollando dopo anni di “melina” che hanno indotto tutti i cittadini a pensare che in realtà la legge Calderoli (cosiddetto porcellum) in fondo stava bene a tutti.
Renzi ha sparigliato offrendo a tutti i partiti (di maggioranza e di opposizione) una rosa di proposte su cui pronunciasi per arrivare subito al sodo, le proposte sono appena accennate, ma riassumibili in questi termini:
1) “il sindaco d’Italia” sostanzialmente un doppio turno (ricorda in questo la Francia) però di coalizione, chi vince prende il 60% gli altri si spartiscono il 40%;
2) “sistema spagnolo” proporzionale con collegi piccoli in modo da scoraggiare la proliferazione di piccoli partiti anche questo corretto con premio di maggioranza;
3) “mattarellum” la legge elettorale precedente modificata con la trasformazione della quota di correzione proporzionale in premio di maggioranza (15%) più diritto di tribuna per i piccoli partiti (10%).
Per quanto ovvio le proposte sono appena accennate, essendo solo una base di partenza per la discussione, ma l’obiettivo è chiaramente espresso e sintetizzato in chiara riconoscibilità di chi ha vinto, quindi stabilità dei governi, e nella possibilità di scelta da parte degli elettori. A questo si aggiungano poi elementi di riforme istituzionali senza le quali la sola riforma del sistema elettorale non è sufficiente a realizzare un radicale cambiamento della situazione: pensiamo alla fine del bicameralismo o alla sfiducia costruttiva, ma anche ai regolamenti parlamentari o ai canali di finanziamento della politica.
E’ ovvio che ogni forza politica si approccia alla problematica cercando di scegliere il sistema che meglio si adatta alle proprie caratteristiche, e devo dire che l’assortimento è tale che tutte le forze politiche possono trovare elementi che li soddisfino, in questo senso Renzi è stato bravo nell’offrire un ventaglio di opportunità ad ampio spettro.
La genericità delle proposte, che vanno poi riempite di contenuti, rende assolutamente inutile operare una analisi critica dei tre modelli, ma qualche spunto di riflessione a mio avviso va proposto: le formule adottate nei vari stati hanno molto a che vedere con la cultura politica e istituzionale di quei Paesi, quindi è palese che non possibile “importarli” così come sono, ma che vadano apposti dei correttivi che li rendano “congrui” con il nostro modo di fare politica (che non è dei più lineari).
Mi spiego con un esempio: in Spagna si vota con liste bloccate (che evidentemente non vengono utilizzate per “ricambiare favori” da parte del leader), non c’è l’obbligo di indicare il candidato premier in campagna elettorale, ma nessuno si sognerebbe di contestare la “naturale” investitura del segretario del partito arrivato primo, di più, il partito che ha “vinto” le elezioni negli ultimi decenni quasi mai ha avuto la maggioranza in Parlamento, ebbene, grazie ad accordi con partiti “regionali” (spesso con concessioni “strategiche” a livello regionale), ha governato con il sostegno “esterno” di queste forze per tutta la legislatura … Ve la immaginate una situazione del genere il Italia?
Prodi nel 2006 pur con la maggioranza in tutte e due le Camere ha subito prima il logoramento della sinistra radicale, poi il cambio di casacca di De Gregorio e infine la ripicca di Mastella, per non parlare del buon Bersani che con la maggioranza assoluta alla Camera e relativa al Senato non è riuscito a insediarsi a palazzo Chigi.
E’ questa la motivazione per cui in tutte le proposte di Renzi, cosa assolutamente opportuna, compare il premio di maggioranza!
Qualche parlamentare ha sollevato da questo punto di vista critiche alle proposte dicendo che una delle motivazioni per cui è stata dichiarata illegittima la legge Calderoli è proprio il premio di maggioranza, ma bisogna dire che il problema evidenziato dalla Corte è relativo all’assenza di filtri nell’assegnazione i questo premio che scattava senza il raggiungimento di una “soglia minima” e che permetteva l’assegnazione del 55% dei parlamentari. Per evitare la censura basta prevedere o una soglia minima di accesso al premio o quantificare il premio stesso (per esempio il 15%) in modo che l’effetto discorsivo rispetto all’espressione della volontà popolare sia contenuto.
Un’altra considerazione che va fatta è quella relativa alla proposta del M5S di tornare subito al voto con il “mattarellum” così com’è, e fare poi le riforme; mi sembra assolutamente da rigettare! Il sistema elettorale che avevamo prima, che è un sistema a collegi uninominali, prevedeva la “correzione proporzionale” con il 25% dei seggi non assegnati nei collegi con “scorporo” dei voti dei collegi che hanno eletto il parlamentare, un meccanismo che attuava una correzione proporzionale abbastanza forte. Era un sistema elettorale pensato per una situazione bipolare con due coalizioni, nella situazione attuale in cui i poli sono tre condannerebbe il Paese alla cristallizzazione della situazione attuale di ingovernabilità!
Stupisce (ma non troppo) che la proposta venga proprio dalla forza politica che poi rifiuta qualsiasi accordo parlamentare! Come dire: “perpetuiamo il pantano tanto io sto sempre sull’aventino”, che la dice lunga sull’idea di “bene comune” che alcuni hanno in testa.
Infondato risulta poi l’argomento secondo cui il Parlamento in carica sarebbe non legittimato a votare la nuova legge elettorale, visto che la stessa Corte Costituzionale nell’ultimo capoverso del comunicato con cui ha reso pubblico il dispositivo della sentenza scrive: “Resta fermo che il Parlamento può sempre approvare nuove leggi elettorali, secondo le proprie scelte politiche, nel rispetto dei principi costituzionali.” Insomma non esistono alibi ne giuridici ne politici alla mancata promulgazione di una nuova legge elettorale, si scelga qualsiasi modello l’importante è che si adatti all’Italia e, finalmente, si cambi.
© Riproduzione riservata