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LE BUGIE DEL MINISTRO ALFANO
22 Mag 2016 14:02
L’Italia dei paradossi.
Potrebbe essere il titolo di un libro ma è pura realtà.
Sono un cittadino comune di Scicli, in Provincia di Ragusa nell’Isola più bella del mondo: la Sicilia.
Mi rammarica leggere alcune dichiarazioni riportate dalla stampa domenica 22 maggio 2016 in occasione di una visita a Modica, in merito allo scioglimento del Comune di Scicli, da parte del Ministro dell’Interno, Angelino Alfano: “Abbiamo operato una scelta forte e dolorosa. L’ho proposta io, dunque me ne assumo la piena responsabilità. Mi auguro che questo sia un periodo in cui tutto quanto venga bonificato anche in termini di rischi successivi e che si possa tornare presto alla democrazia e quindi al voto; ma dobbiamo tornare al voto solo quando siamo certi di prevenire ogni infiltrazione”.
Da alcuni giorni a questa parte apprendo dalla stampa la realtà di altri comuni italiani e nello specifico, mi riferisco al Comune di Sacrofano a nord della Provincia di Roma, ritenuto “quartiere generale della cupola”.
Indagini su indagini, prove schiaccianti di colpevolezza e, soprattutto di infiltrazioni mafiose eppure, sindaco compreso e indagato, è rimasto al proprio posto.
Addirittura vennero nominati anche dei commissari per stabilire se nel comune ci fosse la mafia.
Con precisione il Prefetto di Roma, dr. Franco Gabrielli, ha rassegnato le proprie proposte al Ministro dell’Interno il 7 agosto 2015 per lo scioglimento del Comune di Sacrofano, mentre, lo stesso, non ha proposto lo scioglimento del Comune di Roma nonostante le prove schiaccianti di “Mafia Capitale”.
Mi sono accertato, comunque, che, le proposte formulate in merito il 7 agosto 2015, non sono state mai modificate o ritirate.
In quella circostanza al Comune di Sacrofano vennero solo rimossi la responsabile dell’Ufficio Urbanistico e uno dei dirigenti dell’Ufficio raccolta rifiuti come disposto dal Ministro Alfano.
In che modo la giustizia italiana agisce sugli enti?
Il Comune di Scicli e quello di Sacrofano sono stati trattati nello stesso periodo, eppure l’epilogo conclusivo è ben diverso, in peggio, solo per noi sciclitani.
Il Presidente della Commissione Antimafia, on. Rosy Bindi analizzò la condizione di un altro ente e arrivò alla conclusione: Morlupo e Sacrofano “sono realtà che necessitano di un monitoraggio dal quale si possa prevedere la nomina di nuove commissioni d’accesso”.
Silenzio tombale su ben tre comuni: S. Oreste, Sacrofano e Morlupo che subiranno un costante monitoraggio ma nessun provvedimento di scioglimento, posizione, invece, repentina assunta a Scicli.
Mi verrebbe da dire che l’omertà non è un’indole siciliana ma è un morbo contagioso che si espande in tutta Italia.
Cosa assai spiacente è leggere sul sito del Ministero che per il Comune di Sacrofano si legge: “Insussistenza dei presupposti per lo scioglimento degli enti locali per condizionamento mafioso” ma nei confronti di Scicli di certo non vi siete minimamente posti il problema di agire!
Ricordiamo, inoltre, l’interrogazione parlamentare del Vicepresidente dell’Antimafia, On. Claudio Fava il quale non è del tutto convinto sul monitoraggio nei confronti del Comune di Sacrofano.
“Come stabilito dall’art. 143 del T.U. degli Enti Locali, la decisione circa i provvedimenti da adottare nei confronti dei Comuni ispezionati a fine di prevenzione ‘anti mafia’ fuoriesce dall’orizzonte e dalla disponibilità del Prefetto”. Le cui “proposte formulate in merito il 7 agosto 2015 non sono state mai modificate o ritirate“.
Dunque, se ci fossero state le condizioni per lo scioglimento del Comune, Alfano avrebbe deciso di non sciogliere.
Ed ancora l’On. Claudio Fava, sempre sul Comune di Sacrofano: “il monitoraggio dal Viminale si riferisce all’attività futura dell’Amministrazione, non permette di verificare le forme di condizionamento operate da Massimo Carminati, che nel paesino, alle porte di Roma, viveva e aveva il suo quartiere generale”. I dubbi della Commissione Antimafia, dalla PresidenteBindi a Stefano Esposito (“a nostro avviso, le condizioni per uno scioglimento sembrano esserci”) a Francesco D’Uva del M5S: la situazione è molto più drammatica di quanto si pensi”.
Ma su un’ennesima interrogazione parlamentare dell’On. Claudio Fava si attesta che al di là del decantato monitoraggio, “il prefetto di Roma Gabrielli ha più volte ribadito il suo convincimento circa la necessità di commissariare il comune di Sacrofano”;
il 27 gennaio 2016 il maresciallo capo del Ros dei carabinieri, chiamato a deporre quale teste dell’accusa nel primo processo per “Mafia Capitale”, ha confermato la circostanza che l’imputato Carminati aveva sostenuto la campagna elettorale dell’attuale sindaco Luzzi;
il «monitoraggio» disposto dal Ministero dell’interno si riferisce all’attività futura della suddetta amministrazione ma non permette di verificare le responsabilità pregresse.
Si evince, mio malgrado, come la città barocca più famosa al mondo, la “Vigata” del Commissario Montalbano, patrimonio dell’Umanità per il suo Barocco, abbia subito lo scioglimento del proprio comune. Scicli, la città di Italo, il cane prodigio, del Cristo di Burgos, meta di numerosi turisti per il suo splendido mare e le sue spiagge, città di gente operosa e per bene, certamente non mafiosa, “La città più bella del mondo” esclamazione di Elio Vittorini.
Oggi, ancora, sciolta per mafia preventivamente per un probabile “sospetto”, non una certezza tra il sindaco ed un esponente mafioso.
Una decisione assunta dal Consiglio dei Ministri su parere favorevole del Presidente della Regione, Rosario Crocetta. Nel marzo 2015, il Prefetto di Ragusa, Annunziato Vardè chiuse l’istruttoria. Dura la posizione del presidente Crocetta. «I partiti politici di Scicli, non tutti, e non tutti all’interno degli stessi partiti, hanno perso un’occasione importante per marcare la loro distanza dal recente passato, proponendo una serie di nomi in continuità col passato. Nel Pd non tutti erano su queste posizioni. Il Megafono aveva proposto un totale rinnovamento della rappresentanza politica proponendo un esponente delle forze dell’ordine, se gli altri partiti avessero avuto il coraggio si sarebbe evitato lo scioglimento. Il pericolo che le prossime elezioni amministrative fossero infiltrare dalla mafia, ha indotto il ministero dell’Interno a proporre lo scioglimento e la Regione non ha potuto dire una bugia. Solo con la verità si potrà cambiare, anche se si provoca a Scicli una cicatrice che toccherà alla società civile sanare. Le accuse del voto di scambio e di concorso esterno nei confronti dell’ex sindaco, le assunzioni nel settore dei rifiuti, il frequente ricorso alle somme urgenze, le infiltrazioni che ci sono anche nella macchina burocratica, hanno indotto al commissariamento per infiltrazioni mafiose. Se i partiti avessero preso atto che bisogna cambiare, non si sarebbe arrivati ad una misura così dura. Lo Stato doveva reagire ed ha reagito».
In quella circostanza fummo i primi ad intervenire denunciando con un comunicato stampa in data 29 aprile 2015 e, di conseguenza l’indomani, il caso fu sollevato da molte redazioni di stampa e, addirittura da un noto ed internazionale motore di ricerca.
Una vera assurdità concepire le dichiarazioni di un Presidente risentito perché non abbiamo accettato candidato un esponente da lui indicato come se questo fosse davvero un elemento inevitabile mentre sciogliere un comune e con questi criteri diventa un atto più che dovuto!
Mi chiedo, se un domani, il sindaco Susino, destituito dal percorso mafioso che di fatto, invece, si è dimesso, venisse assolto dall’accusa per associazione mafiosa, chi pagherà questo immenso danno a noi cittadini?
Dopo lo scioglimento, la posizione dei tre commissari nominati che si costituiscono di parte nel ricorso al Tar del Lazio, promosso dai consiglieri comunali ritenuti, intenti ad annullare lo scioglimento per mafia.
Quale il motivo per cui i tre commissari, già in carica da un anno, con un guadagno mensile di circa € 3.000,00 ciascuno, hanno deliberato, con fondi dell’ente cioè nostri dei cittadini di Scicli e non con propri fondi, la costituzione in giudizio del Comune di Scicli sul ricorso al Tar proposto dai Consiglieri Comunali per la revoca dello scioglimento nominando, peraltro, un legale del foro di Palermo?
Sarebbe stato più corretto, quanto meno, la nomina di un legale del Foro di Catania da cui appartiene la città di Scicli o del Foro di Roma sede del procedimento.
Una città al collasso finanziario, la nostra, eppure i tre Commissari nominati per lo scioglimento per mafia del mio Comune guadagnano bene, ovvero, anche le somme spettanti del loro stipendio atteso che non hanno lasciato i propri incarichi di provenienza.
Un’antitesi per eccellenza, considerato che il legale incaricato di Palermo è lautamente pagato con i soldi nostri, contribuenti e cittadini e soprattutto sostenitori del non-scioglimento per mafia.
Quale il motivo per cui i commissari di Scicli non accettano un eventuale accoglimento dei ricorrenti sciolti per mafia affinché la nostra città non sia riconosciuta tale?
In conclusione, con nota del 26.04.2016, abbiamo già chiesto al Presidente della Repubblica Italiana d’intervenire con urgenza per ripristinare innanzitutto la legalità perché non posso concepire questa disparità di trattamento tra la mia città ed altri comuni con reati ben più gravi, quindi nominare un solo commissario straordinario a Scicli nelle more delle prossime elezioni da indire al più presto.
Non ritengo e non accetto un provvedimento del genere che mortifica fermamente la nostra comunità.
Scicli ha subito un’ingiustizia e una spietata sentenza rispetto agli altri comuni che sono stati decisamente graziati, come Sacrofano, così altri, così la stessa capitale: Roma.
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