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Lavoro, Flai-Cgil: aumentano casi sfruttamento. A Ragusa rapporto su applicazione legge anticaporalato
07 Giu 2024 15:51
Il V rapporto sullo sfruttamento lavorativo e sulla protezione delle sue vittime, presentato a Ragusa e curato dal centro di ricerca L’Altro diritto e dall’osservatorio Placido Rizzotto della Flai-Cgil, rivela un aumento significativo delle inchieste per sfruttamento lavorativo avviate dalle Procure italiane. Il divario tra i casi registrati nel Mezzogiorno e quelli nel resto del Paese si sta riducendo, secondo i dati raccolti monitorando l’attività di 66 Procure su 140 in Italia.
Il rapporto
Dal rapporto emergono 834 inchieste censite, indicando una crescita esponenziale dei casi di sfruttamento lavorativo rilevati fino al 2020. Tuttavia, questa crescita sembra essersi arrestata dal 2021, anche se i dati degli ultimi tre anni sono ancora in fase di assestamento, a causa dei tempi variabili legati al segreto istruttorio e ai tempi di segnalazione delle Procure.
Il Meridione continua a registrare il numero più elevato di inchieste per sfruttamento lavorativo, con il 45% dei casi. Seguono il Nord con il 28% e il Centro con il 27%. La tendenza dal 2020 indica una riduzione del divario tra i casi registrati al Nord e al Centro rispetto a quelli del Sud Italia. Ad esempio, nel 2017 i casi di sfruttamento rilevati complessivamente al Centro e al Nord erano 17, contro i 24 rilevati al Sud. Nel 2020, la somma dei casi al Nord e al Centro è salita a 93, superando i 58 registrati al Sud.
Questa tendenza è confermata anche nel 2023, dove su 124 casi di sfruttamento rilevati, le regioni del Centro e del Nord totalizzano 69 casi, superando i 55 casi del Sud. Questi dati mostrano un cambiamento significativo nella distribuzione geografica dei casi di sfruttamento lavorativo in Italia, con un crescente numero di inchieste anche nelle regioni del Nord e del Centro, riflettendo un problema diffuso su tutto il territorio nazionale.
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