È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
L’APPARENZA INGANNA
12 Apr 2014 07:47
La memoria che si conserva con la storia dimostra quanto sia fragile l’assoggettamento delle masse ad un ideale di bisogno.
L’uomo conserva dentro di sé dei sogni e dei desideri, e chi punta sul consenso sa come ingannare la società per raggiungere i propri scopi di potere ed espansione.
Le dittature che si sono verificate negli anni passati, e che tutt’ora continuano ad esistere nel mondo, comprovano come tramite la propaganda sia possibile rendere succube gli astanti ascoltatori, che diventano un mezzo di scopo. Si utilizzano meccanismi uditivi di convincimento radiofonico per rendere un principio unico di conquista come universale.
Le guerre intraprese dai regimi totalitari hanno trovato largo consenso di partecipazione, solo per il fatto che le loro promesse di indipendenza economica potevano essere raggiunte con l’appropriamento di terre straniere, che avrebbero donato latifondo e ricchezza a chi avrebbe permesso di realizzare il piano guerrafondaio. In realtà si sa che queste promesse non conservano una coerenza di concessione, in quanto gli interessi vanno ben oltre le esigenze popolari, e puntano su un arricchimento della classe forte al comando.
Il professore Del Boca, nelle sue ricerche storiche e nei suoi testi scritti, riporta l’orrore in Africa commesso dal colonialismo fascista; l’utilizzo dei gas per conseguire la vittoria è una verità celata per molti anni nelle carte, nascondendo la brutalità degli omicidi, e riempiendo di bonarietà l’operato dei soldati italiani, che risultano così più dei salvatori che dei veri e propri assassini.
Proprio su questo è nato, a Ragusa, un dibattito sul museo civico dell’Italia in Africa, al cui interno riporta solo la gloria di un regime, senza evidenziare il sangue versato per realizzare gli ideali di espansione coloniale. Il professore Del Boca suggerisce, in un’intervista video, di rivisitarlo di verità storica, in quanto il museo è il luogo ottimale per conservare la memoria, ma esso deve possedere l’esposizione completa dei fatti realmente accaduti, sia nel bene che nel male. E’ stata inviata una lettera al sindaco Piccitto per risolvere la questione sulla struttura museale e sulla sua apologia del colonialismo monarchico e fascista nell’Africa Orientale e in Libia; gruppi di intellettuali interverranno sulle modifiche da effettuare in nome della giustizia storica, non dimenticando così le vittime africane cadute sotto l’imperialismo italiano.
La storica e regista Chiara Ottaviano, presente alla riunione del comitato del 9 Aprile, aggiunge di esporre anche i principi di propaganda che hanno permesso l’attuazione di tutto ciò che è esposto, e di chiedersi il perché in quel periodo ci fosse così tanta devozione al partito fascista, portando le donne a sposarsi con il regime, e donando le proprie fedi nuziali a Mussolini. In più, per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento, sulla rivista Zapruder è possibile trovare materiale dell’Ottaviano sulle riprese coloniali.
Del Boca parla anche della censura avvenuta negli anni conseguenti al regime, in cui consultare gli archivi statali non veniva ampiamente consentito.
L’informazione è la chiave del sapere e se la serratura della porta viene sigillata non si può mai scoprire la verità, bisogna sfondarla per giungere al cuore della ragione.
Nel mondo nuovo di Huxley i testi venivano riscritti e cancellati, in modo tale che non si formasse un pensiero differente da quello elargito dal potere controllore, creando così una dinamica mentale senza possibilità di confronto con il passato. I libri messi in passato sotto censura vanno letti per capire le dinamiche psicologiche e di annullamento di una coscienza personale di giudizio.
Ci si sofferma però sul perché uno Stato abbia bisogno di uscire dalle proprie frontiere per invadere quelle straniere, imponendo la propria presenza con la violenza, e facendo stragi di vite umane.
L’uomo è stato sempre vittima del potere e gli ha dato ampio respiro con azioni distruttive, ponendo al di sopra di ogni cosa la propria realizzazione sociale, e non una condivisione in grado di generare rispetto per tutti.
Se ci si accontentasse del giusto fruibile le guerre non esisterebbero.
© Riproduzione riservata