LA SOLUZIONE DELLA POLITICA STA NELLA FEDE DEI CATTOLICI

Nella società attuale in cui s’inneggia ad uno Stato che garantisca  il principio della laicità ai suoi cittadini, il risultato che si è venuto a creare è l’individualismo e il relativismo. E ciò accade perché si punta a separare la Fede dalla politica, cioè la legge divina dalla legge dell’uomo considerando quest’ultima autonoma e autosufficiente. E come afferma Mons. Antonio Staglianò, Ordinario della Diocesi di Noto in un’intervista rilasciata a La Vita diocesana, «Il problema sta tutto qui: si arriva al paradosso di chiedere al politico cattolico di limitarsi a praticare le sue devozioni  nella sfera intima e personale». E’ ovvio, che questo principio è inaccettabile, perché i cattolici non stanno chiusi dentro il proprio habitat. Bensì, siamo cattolici mentre andiamo a lavorare, mentre guidiamo l’automobile, mentre andiamo a fare le spesa e quindi lo siamo mentre intrecciamo relazioni sociali con la gente e le istituzioni che costituiscono la nostra società. Forse non è chiaro a molti che l’essere cattolici non è come indossare una camicia fino a quando questa ci calza a pennello, ma lo siamo anche quando i nostri principi e i nostri valori sono scomodi e si scontrano con la mentalità odierna. Per i cattolici, la legge suprema deve essere il comandamento di Gesù Cristo “Amatevi, come io ho amato voi”, ed inoltre, “Ama il prossimo come stesso”. Se questa legge sublime non viene applicata dalla politica attuale mai niente potrà cambiare perché l’altro diventa solo un soggetto da sottomettere e da prevalere per ridurlo a merce di scambio e  incrementare i  guadagni personali. Chiunque è lontano da questa legge d’amore finirà sicuramente dentro una giungla selvaggia nella quale prevalgono l’egoismo e l’individualismo. Da questo luogo si potrà uscire solo mediante  la Fede la quale costituisce la vera bussola per orientarsi lungo la retta via. Pertanto, alla domanda come può un politico rinnovare la politica? la risposta è semplice: Conosci te stesso, ama il prossimo come te stesso. Essendo stato l’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio, l’uomo conserva già dentro di se la risposta poiché  questa è scritta nel cuore di ogni uomo, quindi occorre avere il coraggio di cercarla, tirarla fuori e applicarla. Se il politico è davvero credente, conosce già quello che deve fare e come deve comportarsi perché ciò gli viene naturale.

Pertanto, noi cattolici, essendo quello che siamo, e credendo in quello che facciamo, dobbiamo lottare, cristianamente parlando affinchè il valore della vita venga difeso e tutelato in tutte le sue fasi, dal concepimento alla morte. 

Inoltre, occorre tutelare l’istituzione del matrimonio all’interno della quale germoglia il seme della vita. Ma intendendo per matrimonio l’irrevocabile patto con cui l’uomo e la donna stabiliscono tra loro la comunità di tutta la vita, per sua natura ordinata al bene dei coniugi e alla generazione ed educazione della prole. Perciò l’impegno del politico cattolico deve concentrarsi verso la famiglia, così poc’anzi descritta poiché essa è sta alla base della convivenza sociale ed è la prima istituzione.

Concludo riportando le parole rivolte dal Papa in udienza con i membri dell’Internazionale Democratico-cristiana: un autentico progresso della società umana, non potrà prescindere da politiche di tutela e promozione del matrimonio e della comunità che ne deriva al fine di invertire la tendenza di un crescente isolamento dell’individuo, fonte di sofferenza e di inaridimento sia per il singolo, sia per la stessa comunità. E ciò di cui si devono occupare quanti hanno responsabilità sociali.

 

Alessia Stracquadanio

Avvocato ecclesiastico presso il T.E.R.S.

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