“LA SCATOLA DI MARLENE” FA REGISTRARE ANCORA UN SUCCESSO STRAORDINARIO PER IL PICCOLO TEATRO POPOLARE DI RAGUSA

Cosa dire di una commedia che è stata cucita su misura, come un abito di alta sartoria, dall’indimenticato autore ragusano Nino Criscione, “inventore” della Mongolfiera, lo spazio teatrale di via Archimede, per gli attori del Piccolo Teatro Popolare alla fine degli anni Ottanta? Null’altro se non che è stata un’operazione felice. E lo testimonia il tutto esaurito che “La scatola di Marlene”, questo il titolo della commedia, ha fatto registrare ieri sera all’Accademia della Bellezza con la regia di Giovanni Dimartino che, ancora una volta, ha saputo fornire la dovuta caratterizzazione alla “pièce” anche per adeguarla allo scorrere del tempo. “E’ stata una bella soddisfazione – ha detto Dimartino al termine – vedere la sala piena in ogni ordine di posto. Significa che abbiamo uno zoccolo duro di affezionati che, anche se ha visto altre volte la nostra rappresentazione, ci tiene a farci sentire il loro affetto e a invitare altri amici a partecipare per fare conoscere a ciascuno di loro quello che sappiamo fare. Siamo molto orgogliosi del successo che abbiamo ottenuto”. Ad introdurre la rappresentazione il presidente della compagnia teatrale, Antonino Marù, che è anche uno degli attori protagonisti de “La scatola di Marlene”, il quale ha puntato l’attenzione sul valore del teatro dialettale. “Una forma di teatro – ha spiegato – che ci consente di tramandare e conservare ancora la parlata in dialetto che rischia di estinguersi a partire dalle prossime generazioni, facendo disperdere l’identità culturale di un popolo. Noi cerchiamo di portare avanti un percorso in questa direzione per quanto possiamo. Ma è chiaro che serve, al riguardo, la massima attenzione da parte di tutte le agenzie educative”. La trama, dal lieto fine, è caratterizzata dalla presenza di due cugini, maturi e scapoloni, che convivono in un palazzo ereditato dai nonni. Tonino Del Ponte, insegnante, conduce una vita ordinata e metodica, fondamentalmente insoddisfatto e rassegnato a rimanere solo. Soffre, però, di un originale tic, un fischio d’ammirazione, che gli si attiva quando si avvicina a una donna attraente. Pippo Del Ponte, il cugino, vive invece di rendita. E’ uno scapestrato donnaiolo che vive di notte tra una discoteca e l’altra, pretendendo di dormire di giorno. Dalla diversità degli stili di vita nascono quotidiani conflitti. Carmela, la governante che si occupa dei due uomini, avuta conoscenza del tic convince il professore a ricorrere a un mago. In scena anche una avvenente ragazza che cerca di circuire Tonino, un idraulico e una fidanzata francese alla ricerca del padre. Il tutto condito da colpi di scena ed equivoci in serie che hanno fatto divertire il pubblico.

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