LA POLIZIA DI STATO ARRESTA 7 SCAFISTI EGIZIANI

La Polizia di Stato – Squadra Mobile e Servizio Centrale Operativo – ha eseguito il fermo di EL BAHLAWAN Mhammed, TAMAN Hasen, nato in Egitto il 01.01.1986, NASSAR Alee nato in Egitto il 01.01.1986, HASSEN Ahmed nato in Egitto il 24.04.1969, DAWED Himed, nato in Egitto il 01.01.89, MOSTAFA EL TAHAN Sherif, nato in Egitto il 01.01.1983 e HARAFI AHMED, nato in Egitto il 25.03.1986 in quanto responsabili del delitto previsto dagli artt. 416 C.P. e 12  D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, ovvero si associavano con altri soggetti presenti in Egitto al fine trarne ingiusto ed ingente profitto compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver  procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.  

I fermati si sono resi responsabili di aver procurato l’ingresso in Italia complessivamente di 295 migranti eludendo i controlli di frontiera, in quanto in modo preordinato chiedevano i soccorsi mettendo in serio pericolo di vita tutti i passeggeri di origini siriane, egiziane e del centro africa di cui quasi 100 i minori molti dei quali neonati.   

 

I FATTI

 

Alle ore 02.46 del 31.07.2014 la nave mercantile “PUSAN”                                                                                                                                         riceveva dalla MRCC di Roma notizia di portarsi in soccorso ed assistenza di un natante in difficoltà.  Alle ore 09.56 veniva avvistata l’imbarcazione in difficoltà e  alle ore 10.18 iniziavano subito  le operazioni di trasbordo dei clandestini con il recupero di complessivi nr. 295  migranti di varie nazionalità. Quest’ultima operazione terminava alle operazioni alle ore 11.12.

Alle ore 02.30 del 1.08,  i migranti venivano trasferiti presso il porto di Pozzallo (RG)  ed ospitati presso il CPSA ivi esistente.  

 

ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA

 

Le operazioni di sbarco al porto di Pozzallo venivano coordinate dal Funzionario della Polizia di Stato della Questura di Ragusa responsabile dell’Ordine Pubblico. A tali operazioni partecipavano 30 Agenti della Polizia di Stato ed altri operatori delle Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana ed i medici dell’A.S.P. per le prime cure.

Completate le fasi di assistenza e identificazione da parte dell’Ufficio Immigrazione della Questura, i migranti venivano ospitati al C.P.S.A. di Pozzallo (RG).

Contestualmente all’arrivo dei migranti a bordo della nave, l’Ufficio Ordine Pubblico della Questura di Ragusa traferiva centinaia di ospiti presenti al centro di Pozzallo al fine di permettere l’ingresso degli altri appena sbarcati.

Il lavoro dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato è molto complesso e deve essere espletato in tempi ristretti così da permettere un immediato invio degli ospiti in strutture d’accoglienza.

Oggi alle ore 10.00 verranno trasferiti tutti gli egiziani ed alle ore 11.00 tutti  restanti ospiti, in quanto alle ore 12.30 è previsto l’arrivo di una petroliera con a bordo 358 migranti di varie nazionalità.

I migranti verranno trasferiti a bordo di aerei charter in altre strutture del nord Italia.

 

LE INDAGINI

 

Gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Ragusa e del Servizio Centrale Operativo (Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato), sin dai primi istanti dell’arrivo in rada della nave del mercantile hanno avviato le indagini salendo a bordo per verificare la presenza di elementi utili alle indagini.

Dai contatti con il personale di bordo e dalle prime indicazioni dei migranti, sin da subito venivano individuati i sospettati tutti di origini egiziane. Il loro atteggiamento e quello di assoluto rispetto nei loro confronti da parte degli altri migranti era inequivocabile.

Uno di loro appena il rimorchiatore si avvicinava alla banchina per lo sbarco ha fatto un salto ed ha tentato di fuggire ma gli uomini della Squadra Mobile dopo un inseguimento di alcune centinaia di metri lo hanno bloccato e condotto negli uffici della Polizia di Stato presenti all’interno del Centro di Primo Soccorso ed Accoglienza di Pozzallo (RG).

Durante la fasi di sbarco gli uomini della Squadra Mobile sanno di dover stare molto attenti agli egiziani che solitamente fingono di essere siriani. Era già capitato in passato ed anche questa volta si è ripetuto, i bambini hanno “tradito” le intenzioni criminali degli scafisti. Sotto minaccia, così come riferito dai padri naturali, avevano minacciato le mamme per farsi consegnare i figli così da mischiarsi tra le famiglie siriane. I piccoli, strappati dalle braccia delle mamme, hanno iniziato a piangere disperatamente e per questo motivo l’attenzione dei poliziotti della Squadra Mobile si è concentrata su un gruppo di uomini risultati poi essere tutti egiziani e scafisti.

Isolati i sospettati egiziani sono iniziate le procedure di identificazione di tutti gli altri migranti da parte degli uomini della Polizia Scientifica.

Durante la fasi dell’identificazione, gli uomini della Mobile tentavano un approccio grazie all’aiuto degli interpreti ma non era facile, anzi era quasi impossibile, tutti riferivano delle storie che non potevano essere vere in quanto diverse tra loro.

Dopo ore di interviste e di richieste per una collaborazione con la Polizia, finalmente la chiave di svolta, uno dei migranti cedeva e raccontava che erano stati minacciati di giurare sul corano che non avrebbero fiatato.

In pratica, gli egiziani durante tutto il viaggio e prima ancora di partire avevano fatto giurare, sotto minaccia, tutti i presenti sul corano che non avrebbero indicato gli scafisti.

La “fortuna” della Squadra Mobile è stata quella che non tutti erano musulmani e per questo motivo alcuni testimoni piano piano hanno riferito quanto accaduto.

La ricostruzione dei testimoni era molto  precisa e dettagliata in ogni sua parte. Gli organizzatori egiziani, di cui fanno parte i membri dell’equipaggio oggi arrestati, hanno fatto partire tutti i migranti da una piccola spiaggia a bordo di lance di piccole dimensioni ed a gruppi di 25/30. Ogni viaggio durava 4 ore lungo la costa egiziana fino a giungere ad un punto di mare dove li attendeva un peschereccio più grande. Durante le fasi di carico di tutti i migranti qualcosa non deve essere andata per il verso giusto, in quanto il capitano del peschereccio litigava al telefono con un socio che si trovava a terra e diceva che non sarebbe partito se non prima il peschereccio non era al completo. Per completare il “carico umano” sono passati ben 15 giorni durante i quali non sono mancate le liti. Gli stessi migranti hanno chiesto di tornare a terra, soprattutto le famiglie siriane con bambini molto piccoli, ma il comandante non sentiva ragioni. I momenti di tensione sono diventati spesso liti feroci dove i migranti hanno provato a picchiare l’equipaggio ma considerati i numerosi egiziani riuscivano sempre ad avere la meglio ed a calmare gli animi con la promessa di un’imminente partenza. Dopo ben 15 giorni la partenza ed il viaggio infinito, durato altri 5 giorni perché inizialmente il comandante voleva tentare di eludere i controlli dell’operazione Mare Nostrum per non perdere la barca ma poi, viste le difficoltà oggettive ha desistito ed ha dovuto chiamare i soccorsi, ricevuti poi da una nave mercantile.

Durante la traversata una petroliera francese si era avvicinata chiedendo se avessero bisogno e di salire a bordo ma il comandante aveva rifiutato proprio perché avrebbe perso la barca.

Le complesse indagini durate 22 ore si sono concluse questa notte ed hanno portato all’arresto di 7 scafisti ed al sequestro di banconote di diversa valuta per quasi 5.000 euro di valore.

La professionalità degli uomini della Polizia di Stato ha permesso di individuare anche questa volta gli autori di questo traffico di migranti ormai diventato un enorme businnes per gli organizzatori, in questo caso tutti egiziani.

Stante quanto dichiarato dai testimoni gli organizzatori hanno incassato 3.000 dollari a passeggero per quasi 1.000.000 di dollari complessivi.

 

 

LE TESTIMONIANZE

 

La testimonianza di un capo famiglia siriano:

A seguito di grossi problemi nel mio paese sin dal 2012, quello stesso anno, temendo per la nostra l’incolumità ho trasferito il mio nucleo familiare in Egitto inviando prima la moglie ed il figlio .

Ricongiunta la famiglia, e stabilitici nella citta di *********, trovavo lavoro come rappresentante farmaceutico e farmacista. Qui la vita non era facile in quanto per problemi politici i siriani non erano ben visti. Stessa difficolta, veniva riscontrata per trovare  un’abitazione in affitto, tant’è che dovevo cambiare spesso.

Tramite FaceBook, e precisamente su di una pagina dedicata ai rifugiati siriani nel mondo, venivo a conoscenza della possibilità di raggiungere l’Europa, illegalmente, pertanto tramite il social network, chiesi un numero di telefono per contatti che mi furono forniti… omissis

Il 12 luglio u.s. chiamai al numero detto e qui, la persona che rispose e a cui chiesi le modalità per la traversata, mi riferì che occorrevano 2700 dollari Usa a persona e che i bimbi erano compresi nel prezzo. Lo stesso riferiva inoltre che c’era da attendere stante i pressanti controlli da parte della Polizia egiziana pertanto sarebbe stata sua cura richiamarmi.

Il 21 luglio successivo, ricevetti una telefonata sempre dallo stesso uomo il quale mi riferiva i raggiungere ********* e precisamente sul lungomare.

Raggiungevo il posto unitamente alla mia famiglia, composta da mia moglie, due figli minori, mia madre, mio cognato e qui, l’uomo con cui avevo preso contatti, ci allocava in un appartamento.

 Alle ore 04.00 del giorno successivo, sempre lo stesso uomo ci riferiva di tenerci pronti per la partenza che sarebbe avvenuta alle ore 10.00, e nel contempo prelevava i soldi che avevamo preparato.

Gli egiziani erano armati di grossi coltelli ma non ci hanno mai picchiato o ferito.

Nell’allontanarci dalla costa, notavo altre lance, circa 6/7, navigare anch’esse in direzione mare aperto con a bordo altre persone destinate al viaggio verso l’Europa.

Indico ancora che, durante questa breve traversata, venivamo privati dei telefoni cellulari. Raggiungevamo dopo circa 5/10 minuti una grossa barca in legno di circa 18 metri, con già a bordo l’equipaggio,  composto da egiziani, ove venivamo trasbordati. Anche le persone trasportate nelle altre lance da me indicate, affiancavano il grosso scafo e qui imbarcati.

A bordo della grossa barca da me indicata, a fine trasbordi, contavo pressappoco 180 persone di varia etnia.

La stessa cominciava la sua navigazione che durava tutta la notte sino alle ore 12.30 del giorno successivo quindi 23 luglio quando affiancavamo e trasbordavamo su di una grossa nave in ferro carica di altri clandestini che riconoscevo tra l’altro  per etnia siriana, egiziana e sudanese.

La barca in ferro rimaneva in attesa ancora per circa 2 ore quando venivano ancora imbarcati altri clandestini di etnia siriana, circa 35, giunti con un’altra barca.

Udivo distintamente uno dell’equipaggio parlare con il proprietario della barca, che riceveva precise istruzioni circa il numero dei clandestini da imbarcare, e precisamente 300 in quanto, dato che questa barca era destinata a raggiungere le coste italiane e non, come solito, farsi raggiungere in mare aperto dai soccorsi, un numero minore di trasportati, non avrebbe fatto rientrare il predetto proprietario, della perdita dell’imbarcazione. Pertanto la barca veniva fatta navigare, per circa tre giorni, parallelamente le coste egiziane, in attesa di imbarcare altri clandestini per appunto raggiungere il numero prefissato.

Aggiungo che le persone trovate già imbarcate, destinate a raggiungere le coste italiane, erano a bordo già fa circa 10 giorni, anch’essi in attesa del completamento del carico.

Io, nonché le persone imbarcate con me lo stesso giorno, abbiamo trascorso a bordo di questa nave in ferro esattamente sette giorni,  ma, nel corso dei predetti sette giorni non siamo stati raggiunti da nessuna imbarcazione in quanto udivo distintamente telefonate intercorse tra un membro dell’equipaggio e persone a terra presumibilmente facenti parte dell’organizzazione di traffico di emigranti, che alcune barche, erano state bloccate alla loro partenza dalla polizia egiziana pattuglianti la costa.

Non riuscendo a completare il carico, il comandante della nave ci chiedeva 50 euro procapite, affinchè, anzichè continuare ad attendere eventuali ed ulteriori clandestini, si sarebbe diretto immediatamente verso le coste italiane”.

 

LA CATTURA

 

Le indagini condotte dagli investigatori durate 22 ore continuative, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto i responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa gli investigatori hanno catturato gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione, considerato che dopo il fermo iniziano tutte le fasi processuali particolarmente complesse.

 

 

BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA GIUDIZIARIA

 

Sino ad oggi, solo nel 2014 sono stati arrestati 87 scafisti dalla Squadra Mobile della Polizia di Stato e sono in corso numerose attività di collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane (coordinate dal Servizio Centrale Operativo) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste del nord Africa a quelle Italiane.

 

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