LA NETIQUETTE

Presumo che la maggior parte dei lettori di questi articoli, essendo essi pubblicati su un quotidiano online, sia abbastanza aduso a frequentare la rete internet e gli strumenti che essa mette a disposizione: posta elettronica, social network, blog e così via. La rete è uno strumento di socializzazione potentissimo, per quanto di diffusione relativamente recente; per questo capita spesso che alcuni utenti della rete, quasi sempre in buona fede, non si pongano il problema dei limiti all’uso della stessa, trovandosi così ad invadere facilmente spazi privati di altri che, in situazioni tradizionali, si guarderebbero bene dal fare.

Del problema si è occupato anche il garante della privacy, con riferimento alle prossime elezioni amministrative, essendo il fenomeno evidentemente piuttosto vasto. Con un regolamento emanato in questi giorni, il garante della privacy ha disposto che i candidati alle elezioni amministrative non potranno inviare agli elettori sms, mms, email o telefonare o inviare fax senza il loro consenso. Lo stesso discorso vale nel caso si utilizzino indirizzari raccolti su internet o ricavati da forum, newsgroup o liste di abbonati ad un provider.

Al di là di quanto stabilito da norme di legge, sarebbe opportuno che gli internauti, così come nella vita reale, nell’adottare gli stili di vita consueti, più che ad adeguarsi alle leggi pensano a rispettare delle norme di comportamento e degli stili che sinteticamente si definiscono “galateo”, anche quando si naviga in rete rispettassero quelle norme di comportamento volte a garantire il rispetto degli altri navigatori. Quest’insieme di regole nel gergo tecnico si definisce “netiquette”, parola derivata dalla crasi del vocabolo inglese net (rete) e quello di di lingua francese étiquette (buona educazione).

Il rispetto della netiquette non è imposto da alcuna legge, ma si fonda su una convenzione ormai di generale condivisione. Invece, il suo mancato rispetto comporta una generale disapprovazione da parte degli altri utenti della rete, solitamente seguita da un isolamento del soggetto “maleducato”.

Esempi di comportamenti contrari alla netiquette sono l’invio di spam (invio di grande quantità di email, per lo più di tipo commerciali o di propaganda), il mailbombing (invio di grandi quantità di mail ad unico destinatario), il cross-posting (la pratica di pubblicare su diversi spazi informatici – forum, bacheche, area commenti di un blog – il medesimo messaggio o una serie di messaggi dal testo e dal contenuto molto simile), l’invio di email senza oggetto (molti ricevono per lavoro decine o anche centinaia di e-mail al giorno, se tutte queste non avessero un oggetto sarebbe quasi impossibile definire una priorità con la quale leggerle, questo ovviamente con notevole disagio per chi dovesse ricevere i messaggi), l’invio o l’inoltro di e-mail a un gran numero di persone inserendone gli indirizzi nel campo “A:” (In questo modo tutti gli indirizzi, spesso privati, sono mostrati apertamente a tutti i destinatari, con una implicita violazione della privacy).

Per gli utenti di facebook è ora diventato di moda “taggare le foto”, cosa che fa vedere anche agli amici degli amici foto, in cui possono esserci anche persone diverse dal titolare le quali potrebbero non volere diffusa la foto in oggetto. Ora, che siamo in campagna elettorale, alcuni hanno “taggato” il proprio volantino elettorale per farlo meglio circolare fra gli iscritti a facebook, ingenerando negli iscritti il sospetto (cosa non sempre vera) che anche l’amico taggato sia un supporter del candidato. Se dovessimo trasporre tale comportamento nella vita reale è come se il candidato tappezzasse le pareti della nostra casa di suoi manifesti elettorali, naturalmente senza neanche chiederci il permesso.

Così come per il galateo, anche per la netiquette, ciò che è importante non sono le singole regole quanto l’opportunità di tenere un comportamento civile che rispetti le esigenze degli altri così come noi pretendiamo dagli altri nei nostri confronti.

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