LA NARRATIVA DEL SETTECENTO

 

È in Francia che il romanzo è protagonista del rinnovamento letterario settecentesco.

Madame de Lafayette pubblica nel 1678 Leprincesse de Clèves (La principessa di Clèves) che,  di norma, si considera il primo romanzo francese “moderno”, sia per l’importanza dell’elemento psicologico (viene narrata una fosca tragedia coniugale), sia per la brusca  rottura con le idealizzazioni del romanzo pastorale e gli intrighi meccanici e ripetitivi di quello erotico-galante.

Il genere del romanzo è senza regole, dunque tutto da inventare, poteva permettere all’autore la massima libertà espressiva, ma non solo: come la commedia, era in grado di  rappresentare i molteplici aspetti della vita sociale che si stavano imponendo all’attenzione del pubblico.

Su questo humus nascono le grandi opere letterarie della prima metà del secolo: l’Histoire de  Gil Blas (storia di Gil Blas) di Lesage; Le vie de Marianne (La vita di Marianna) di Marivaux, i numerosi romanzi di Claude de Crénillon. Ma il più famoso  è Manon Lescaut dell’abate Prévost, classica e rigorosa nell’espressione artistica, ma ricca di una nuova sensibilità nel contenuto: la descrizione della corruzione morale della Francia contemporanea e soprattutto la concezione dell’amore come passione fatale, rendono quest’opera anticipatrice.

Anche i grandi pensatori usano il romanzo come mezzo di divulgazione delle loro idee come ad esempio in  Lettres persanes (Lettere persiane) di Montesquieu, la narrazione epistolare, fatta da due persiani ai loro amici rimasti in patria, dei bizzarri usi e costumi della società parigina alla fine del regno di Luigi XIV; o come i “racconti filosofici” di Voltaire.

Con la seconda meta del Settecento il romanzo è ormai un prodotto di largo consumo, ma ha perso parte della sua carica ideologica: la sensibilità e la passione troppo a lungo trattenute, invadono la letteratura e il costume. Gli scrittori, inoltre, si pongono al centro della loro opera, spesso immettendovi temi autobiografici, che intrecciano orgoglio, malinconia e passione.

Drammaticamente legato alla complessa personalità del suo autore è Julie, ou la nouvelle Heloïse (Giulia o la nuova Eolisa), romanzo epistolare in cui Jean-Jacques Rousseau racconta l’amore del giovane precettore Saint Preux per la sua allieva Julie, impossibile a realizzarsi per le differenti condizioni dei due protagonisti. Da aggiungere che la vicenda precorre alcuni dei temi fondamentali  del romanzo d’amore romantico: la fatalità della passione, il dolore della separazione, l’inutile ricerca dell’oblio nel viaggio e nell’avventura, l’idea del suicidio, la sensazione dolorosa del tempo che passa, le emozioni che sorgono alla vista  dei luoghi della felicità trascorsa. Paul et Virginie di Jacques-Henri Bernardin de Saint-Pierre che narra l’amore tragico di due giovani su uno sfondo  di un ambiente incorrotto (l’isola Mauritius) segnando con questo l’avvio della fortuna in Francia del romanzo esotico.

Nel romanzo francese del Settecento c’è l’esame impietoso dei valori borghesi, l’eterno contrasto tra felicità e virtù, la vigilia  dell’età rivoluzionaria danno vita a un filone narrativo “libertino” che, pur documentando in modo insistente, se non compiaciuto, la profonda depravazione  dei costumi, non rinuncia all’ambizione didattica della condanna del vizio, per lo più attraverso il destino crudele riservato ai protagonisti.

Prima parte

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it