LA FRATERNITÀ NASCE DALL’ATTENZIONE

 

Anche a Modica è stato accolto l’invito di papa Francesco a dedicare il primo giorno dell’anno alla pace riunendosi per pregare e riascoltare il suo messaggio che chiede di percorrere le vie della fraternità che sole portano alla pace. Ci si è riuniti come di consueto nella chiesa di San Pietro, su iniziativa della Caritas diocesana, mettendo davanti all’altare un cesto con la sabbia del Pisciotto dove il 30 settembre sono naufragati 13 profughi eritrei. La veglia si è snodata tra canti e testi, tratti non solo dal messaggio di papa Francesco ma anche da scrittori musulmani e dai discorsi di Nelson Mandela. Nella sua omelia, don Corrado Lorefice ha sottolineato come il Dio di Gesù è un Dio che si è reso partecipe alla nostra vita di ogni giorno e allora chi lo segue diventa partecipe della sorte del fratello, ricordando l’espressione forte di papa Francesco al vespro di fine anno: “Non si può restare al balcone!” e chiedendo con don Puglisi di fare ognuno qualcosa perché “se ognuno di noi fa qualcosa, allora si può fare molto”. Si è quindi pregato per tutte i migranti morti in fondo al mare, per l’accoglienza dei vivi, per una politica lungimirante e attenta alla dignità di ogni uomo, per diventare ognuno un centro che irradia accoglienza. Si sono ricordati con particolare intensità i fratelli e le sorelle della diocesi gemella in un tempo difficile, in cui anche le comunicazioni sono scarse e si teme la ripresa della guerra. Ognuno poi si portato in un cono un po’ di sabbia, a dire l’impegno a non dimenticare le tragedie di quest’estate ma anche a disegnare orme di pace attraverso un impegno che duri tutto l’anno e coinvolga tutti gli ambiti, dalle case – ove sempre papa Francesco chiede di saper usare tre espressioni che permettono la fraternità: permesso, scusa, grazie – alla città e al mondo – ove si declina l’esigenza e la chiamata a costruire dal basso una politica veramente attenta al bene comune. Alla veglia era presente anche il vicario generale della diocesi, don Angelo Giurdanella.

 

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