LA FILUMENA MARTURANO DIRETTA DA LILIANA CAVANI HA RISCOSSO IL CONSENSO DEL NUMEROSO PUBBLICO PRESENTE

Il teatro di qualità torna a fare centro. Domenica scorsa, a Ragusa, al nuovo Quasimodo, numerosi gli spettatori presenti alla rappresentazione della “Filumena Marturano”, uno dei testi di Eduardo De Filippo più amati. L’evento, promosso dall’associazione “Progetto Teatrando”, produzione del Quirino di Roma, ha visto sul palco, nel ruolo di Filumena e Domenico, due grandi protagonisti della scena italiana: Mariangela D’Abbraccio, che ha iniziato la sua carriera diretta da Eduardo nella Compagnia di Luca De Filippo, e Geppy Gleijeses, allievo prediletto di Eduardo che per lui nel 1975 revocò il veto alle sue opere. A dirigere la commedia una tra le registe di cinema più amate al mondo, Liliana Cavani, che con questo allestimento ha debuttato nella regia di prosa. “Filumena Marturano – forse la commedia italiana del dopoguerra più conosciuta e rappresentata all’estero – ha un ruolo centrale nella produzione di Eduardo De Filippo, collocandosi tra i primi testi di quella Cantata dei giorni dispari che, a partire da Napoli milionaria!, raccoglie le opere più complesse e problematiche in cui si riversano i drammi, le ansie e le speranze di un Paese e di un popolo sconvolti dalla guerra. Questa la trama. Domenico è furente perché Filumena, una ex prostituta che da anni vive con lui come la più paziente e sottomessa delle mogli, è riuscita a strappargli un matrimonio, facendogli credere che era in punto di morte. Poi, dopo quelle nozze in articulo mortis, era balzata dal letto, guaritissima e ferocemente soddisfatta di aver ripreso il suo posto legittimo nella casa che per tanti anni aveva contribuito a far prosperare. A quello stratagemma estremo s’era risolta perché, dopo mille avventure da lei sopportate in silenzio, il suo uomo voleva ora darle il benservito, per sposare una ragazza di vent’anni. E non era tutto, perché con una sorprendente rivelazione aveva raccontato di avere tre figli segreti, già grandi, e per giunta cresciuti a balia grazie ai denari rubati a Soriano. Questi va su tutte le furie, dichiara che il matrimonio gli è stato carpito con l’inganno e ne ottiene l’annullamento. Allora l’indomabile Filumena ripiega su un altro più sottile espediente: uno dei tre giovanotti è figlio di Domenico. Nel dramma di Filumena, che rifiuta di rivelare all’amante quale dei tre figli da lei messi al mondo sia suo, De Filippo dichiarava di aver inteso rappresentare un’allegoria dell’Italia lacerata e in larga misura depauperata anche moralmente, e prefigurarne la dignità e la volontà di riscatto. Una rappresentazione riuscita, e del resto con attori di tal calibro non potrebbe essere altrimenti. Anche Nunzia Schiano e Mimmo Mignemi hanno retto il palco in maniera magistrale. Il pubblico ragusano ha applaudito a scena aperta l’interpretazione. La regia della Cavani ha puntato soprattutto a far emergere il lato intimistico dei personaggi. Una grande opera esaltata ancora di più dall’abilità e dalla maestria narrativa di una grande regista capace di mettere in rilievo le doti e le personalità di due attori molto speciali. Intanto ci si prepara già per il prossimo straordinario evento teatrale. Il 18 dicembre, infatti, sempre al Teatro Quasimodo, sarà portato in scena “Il solito viaggio” di Matteo Oletto e Filippo Gili con Marina Massironi, Roberto Citran e Giancarlo Ratti. Informazioni sulla pagina Facebook Teatro in Primo Piano oppure al cellulare 338.1011688.

 

 

 

 

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