La festa di San Giuseppe nei comuni iblei

Accanto alle rituali processioni religiose, che si sono svolte in varie città della provincia, spiccano le tradizioni peculiari presenti in alcune città.
Su tutti Scicli, con la caratteristica “cavalcata di San Giuseppe” e poi altri centri, con la tradizionale cena” o “tavola” di San Giuseppe. Accade a Santa Croce Camerina, Scoglitti e Acate.
Quest’anno, dopo la pausa dovuta alla pandemia, tutte le comunità hanno riproposto i tradizionali momenti tratti dalla tradizione popolare.

IL PANE, SIMBOLO DI SAN GIUSEPPE NELLE TAVOLE IBLEE


Spicca l’allestimento delle cosiddette tavole, ricchissime di prodotti della tradizione culinaria locale e carichi di simboli religiosi.
Su tutti il PANE, realizzato con forme artistiche particolari, ma anche altri simboli come il “grano, il bastone di San Giuseppe (“u vastuni”), realizzato con una particolare pianta selvatica stagionale fiorita, e altri simboli come l’ostensorio, l’acqua, il vino.

LA TRADIZIONE DI SANTA CROCE, CITTA’ DA SEMPRE LEGATISSIMA AL CULTO TRADIZIONALE DI SAN GIUSEPPE


La tavola diventa anche una sorta di altare votivo, con le rappresentazioni che richiamano il Santo
A Santa Croce Camerina spicca la rappresentazione della Sacra Famiglia, guidata proprio da un figurante che rappresenta San Giuseppe e che si reca in visita nelle famiglie che hanno allestito la cena. Lì trova ad attenderlo il padrone di casa che apre la porta e che accoglie la Sacra Famiglia. Si vive un momento conviviale che vede al centro la consumazione di un piatto speciale, la pasta cosiddetta “principissedda”, una pasta in brodo molto speziata e dal sapore particolarissimo.
La celebrazione della festa di San Giuseppe, con queste modalità, a santa Croce Camerina, si fa risalire al 1832 quando il barone Giuseppe Vitale lasciò alla Chiesa Madre tre vignali con il cui ricavato si sarebbero dovuti organizzare i festeggiamenti.

Foto: una tavola di Scoglitti

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