LA FESTA DEL PATRONO E L’IDENTITA’ DIUNA CITTA’

 La città si ritrovi fraterna, si superino contrasti nelle famiglie, si pensi insieme alla comunità: sono i messaggi ricorrenti delle prime giornate della festa del patrono di Modica San Pietro, celebrata anzitutto nei quartieri. In questi tre giorni ci si è riuniti per la messa nelle case e tra le vie, proseguendo con momenti di festa preparati con semplicità ma anche con calorosa partecipazione. Ricorrente tra tutti la gioia per un ritrovarsi affettuoso e bello che si vorrebbe più frequente e capace di tornare a caratterizzare la vita quotidiana della città. L’incontrarsi, infatti, è stato tutt’uno con l’invito costante in questi anni alla visita, a ricordarsi di quanti sono soli e ammalati. Per questo la parrocchia ha individuato delle “sentinelle della misericordia” che in ogni via sono attente a non lasciare solo nessuno e a far sentire tutti partecipi della vita comunitaria, mentre il centro di aiuto non si limita a dare pacchi-spesa ma va a trovare a casa, per meglio rendersi conto ed aiutare in modo attento. Ora, dopo questi semplici e significativi momenti di festa lungo le strade della città, il duomo diventa centro di identità che attorno al Patrono trova la sua identità più bella. Giovedì 27 giugno alle 19 vi sarà la celebrazione dell’eucaristia presieduta da don Carmelo Lorefice e quindi il ricordo di papa Giovanni a cinquant’anni dalla morte e una conferenza del prof. Di Giovanni sul ministero di Pietro nella chiesa primitiva. Un testimone e un momento culturale: il testimone perchè la città si ripensi alla luce di quanti hanno indicato la via del bene, la cultura come recupero del senso di ciò che si vive o celebra (in questo caso Pietro che rimanda a un servizio per tutta la Chiesa che oggi risplende peraltro in modo bello in papa Francesco). Venerdì 28 giugno celebrerà la messa delle 19 don Vincenzo Rosana, arciprete della chiesa madre di Pozzallo, la cui piazza antistante è dedicata a S. Pietro. Alle 21 l’atteso spettacolo ideato dalla Caritas e realizzato dalla Compagnia del Piccolo Teatro “Il potere dei segni”, per il quale da giorni c’è un’intensa preparazione che sta coinvolgendo tanti giovani e bambini. Saranno loro che, sulla gradinata del duomo, attraverso il messaggio dei testimoni e la bellezza del teatro, ricorderanno che la città non è un cumulo di pietre ma ha un’anima ed è chiamata – come la scalinata con le statue dei dodici apostoli evoca – a salire in alto, a non dimenticare la presenza di Dio che scende tra gli uomini attraverso chi sa donare il Vangelo con la propria vita come don Pino Puglisi, Nino Baglieri, papa Giovanni, don Tonino Bello, Dietrich Bonhoeffer, Primo Mazzolari ma anche, in modo implicito ma non per questo meno efficace, Peppino Impastato e la madre Felicia Bartolotti, coraggiosi testimoni della lotta alla mafia. Dopo lo spettacolo ci sarà una cena multietnica nel piazzale tra la chiesa e la domus intitolato dall’anno scorso all’indimenticabile Mons. Matteo Gambuzza. E intanto si accenderanno nella città mille fiaccole! La giornata della festa, sabato 29 giugno, sarà caratterizzata da due celebrazioni solenni: al mattino alle 10,30 la concelebrazione del clero della città presieduta da don Umberto Bonincontro, che ricorda il cinquantesimo di ordinazione presbiterale; la sera alle 19,30 la concelebrazione presieduta dal vicario generale della diocesi don Angelo Giurdanella. Seguirà la processione con l’artistica statua di S. Pietro e il paralitico, evocativa della forza dello sguardo e del Vangelo che rimettono in piedi, messaggio importante in questo tempo di crisi per ritrovare come città la forza di uscirne insieme. La processione quest’anno percorrerà tutte le vie principali di Modica Bassa. Ancora saranno accese le mille fiaccole che, sostituendo l’illuminazione, permetteranno di risparmiare e di pensare nella festa a quanti soffrono: alle famiglie e alle imprese colpite dalla crisi e alla pronta accoglienza attraverso il “Portico di Betsaida”. Ci saranno pure la pesca di beneficenza e la mostra del libro solidale. Una festa, allora, per ritrovare l’identità antica e sempre nuova di una città che ha voluto onorare – attraverso i santi patroni – la presenza e la misericordia di Dio nella vita degli uomini, presenza che riunisce, salva, impegna alla fraternità.
 

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