LA DONNA, IL CIBO E L’INTEGRAZIONE

“La donna nel pensiero ebraico ha grande importanza. Sulla sua figura è incentrata gran parte della vita della nostra comunità”. Così ha salutato gli intervenuti il Rav Stefano Di Mauro, rabbino capo di Siracusa, intervenuto al una interessantissima conferenza voluta dall’associazione S.O.L.C.O in occasione della Giornata della Memoria . “La donna, il cibo e l’integrazione” il titolo della conferenza.  Teresa Contrino, tra gli organizzatori della serata, ha spiegato che la manifestazione ha voluto fortemente puntare sull’integrazione tra il popolo ebraico e quello ibleo e sui modi in cui essa si è realizzata nel nostro territorio. Giovanni Di Stefano, direttore del museo archeologico di Kamarina, ha spiegato che la presenza della comunità ebraica in area iblea si può documentare, grazie al ritrovamento di reperti archeologici già dal 73, 74 a.C. A compendio dell’intervento dell’archeologo Di Stefano Giusy Ventura, collaboratrice del Museo di Kamarina, ha spiegato il senso di un tentativo compiuto la scorsa estate che ha voluto puntare sulla riscoperta della musica ebraica. “Grazie alle ricerche effettuate si può concludere che, anche per quello che riguarda la musica, la convivenza del popolo ebraico nel territorio si caratterizza per il forte mimetismo”.

Largo spazio è stato dedicato poi all’argomento principe della serata: il cibo. L’ambasciatrice del gusto, Lucia Lo Presti , ha illustrato un percorso nei sapori ebraici sottolineando i punti di contatto tra la cultura di quel popolo e la cultura tradizionale iblea. Numerosissimi i punti di contatto in comune tra le due cucine. Dall’uso del cedro al pane farcito con l’uva passa, dai dolci tipici che hanno la forma delle ‘mpanatigghi ai dolci ricchi di mandorla. Grazie all’indiscussa capacità di Tonino Spinello, esperto quanto noto dolciere modicano, gli intervenuti hanno potuto gustare una vastissima gamma di prodotti appartenenti alla tradizione ebraica sottolineando che “l’integrazione avviene soprattutto grazie alla conoscenza. E questo avviane anche in cucina”.

“Abbiamo già aperto un futuro ricco di risorse e fecondo, in cui integrazione vuol dire rispetto delle identità nella costruzione comune di un popolo unico. È questa la novità del nostro secolo di cui il Signore ci ha già fatto dono. L’identità di ciascun popolo si difende con il dialogo e il rispetto, non con la chiusura”. Con queste parole Umberto Bonincontro ha abbracciato simbolicamente il Rav Stefano Di Mauro che ha risposto al significativo abbraccio  concludendo che “ciò che è stato non sia dimenticato, ma stanchi di parlare del passato, si guardi al futuro nella costruzione di un unico popolo  rispettoso delle differenze di ognuno ma unito nella preghiera rivolta ad un unico Dio.

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