LA DOMENICA NERA DELLA SINISTRA

Mancano 20 giorni alle elezioni politiche  e sostanzialmente le posizioni si mantengono, anche se è indubbio il grande inaspettato recupero avuto dal centro destra. La differenza dei punti percentuali varia dalle due, tre unità sbandierate dalla destra ai sei punti che effettivamente separano le due coalizioni.

Per il resto stabili le altre posizioni con Grillo che si attesta come terzo partito al 18% mentre Monti, dopo aver cannibalizzato Casini e Fini che viaggiano a percentuali pietose, resta inchiodato al 13%, misura che, quasi sicuramente, lo lascerà a grande distanza dall’obiettivo Grillo.

Uno scenario simile fa prevedere una lotta all’ultimo voto, imperscrutabile in quanto gli indecisi sarebbero ancora circa 4.700.000, dato che si avvale solo di una piccola previsione per cui il maggior numero di indecisi graviterebbe nell’orbita dei moderati in genere, per emerge una possibilità di ulteriore recupero del centro destra.

Non si hanno altri segnali, alcuni potrebbero derivare da eclatanti promesse elettorali dell’ultimo minuto.

La stampa si rifà ai dati fin qui pervenuti e non si sbilancia più di tanto.

Occorre però rilevare che l’ultima domenica è stata particolarmente negativa per il centro sinistra in relazione alle note politiche sulle previsioni elettorali.

Non tanto per l’annuncio dl rimborso dell’IMU, abbastanza bilanciato dai commenti negativi degli avversari, frenato nel suo slancio dallo stop della Lega, rilanciato dal condono e definitivamente rallentato dall’enorme massa di interventi, anche satirici, sul web.

C’è stata invece una concomitanza di articoli fortemente negativi per il centro sinistra, soprattutto perché provenienti da giornalisti di sinistra.

Scalfari, sulla Repubblica, non mostra sicurezze e si chiede cosa accadrebbe in Italia se vincesse Berlusconi: lo fa per scacciare i fantasmi di una sconfitta che non si intravede all’orizzonte ma di cui si sente un vago profumino nell’aria.

Sul Sole 24ore, il politologo della Confindustria D’Alimonte si mostra preoccupato, appunto in funzione dell’alto numero di indecisi.

Sul numero degli incerti si mostra altrettanto smarrito , su La Stampa di Torino, il giornalista Rusconi.

Ma quello che più ha colpito è stato il titolo del Secolo XIX che, senza giri di parole ha sentenziato: “Se Bersani non va all’attacco ora rischia davvero di perdere”.

L’articolo vedeva una intervista a Claudio Velardi ex collaboratore di D’Alema, a Luigi Crespi, comunicatore politico vicino a Berlusconi, a Roberto Weber, presidente di Swg, noto istituto di sondaggi.

Tutti e tre d’accordo nel dire che “Il centro sinistra si limita a replicare a questioni imposte da altri, non detta mai i temi …”. Giudicata funesta poi la previsione di Velardi, incentrata su un paragone di carattere ciclistico: “Il Pd ha intrapreso una lunghissima volata che gli impedisce strutturalmente un cambio di passo. E’ difficile immaginare che possano modificare una campagna elettorale tutta costruita intorno alla credibilità dell’usato sicuro”

Ho chiesto a un ex ciclista professionista, se la cosa rispondesse al vero e mi ha risposto: “Sbagliatissimo impostare una volata lunga, si può vincere solo se i rivali non sono in forma”

Vai a vedere, una volta c’erano solo gli esperti che scrivevano i discorsi, poi sono venuti i maghi della comunicazione e della televisione, poi è stata la volta dei maghi del web e degli esperti di rilevazioni statistiche: vuoi vedere che ora ci vuole l’esperto di ciclismo ?

 

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