LA DENUNCIA DEL CAFFE’ LETTERARIO “GIUFFRIDA” DI POZZALLO

Assenza delle forze dell’ordine, latitanza delle istituzioni, spacciatori di droga in pieno centro: molti additano il caffè letterario di Pozzallo “Rino Giuffrida” come covo di giovani tossicodipendenti. Nei mesi scorsi lo scontro fisico fra i responsabili del caffè ed alcuni spacciatori è stato evitato per poco, giovedì sera altri scontri. Nessun ferito, fortunatamente, ma la rabbia è tanta: da un lato c’è chi vuole offrire un’opportunità di crescita per i giovani, dall’altro la paura degli spacciatori, operatori di morte.

C’è di tutto nella denuncia che il titolare del circolo “Giuffrida”, Enzo Inì, ha voluto manifestare attraverso la sua pagina Facebook. Il circolo, nato dalla volontà dello stesso Inì e dall’ex docente Mario De Benedetiis, è un luogo dove molti giovani si radunano per condividere momenti legati alla lettura e al dialogo. C’è anche un laboratorio di teatro dell’oppresso, giocoleria, musica: iniziative tramite le quali i partecipanti sono condotti e guidati a sperimentare attivamente la propria fisicità giocando e lavorando con il movimento, la stasi e il ritmo. Diverse le proposte all’interno del circolo, e tutte a costo zero per i giovani.

«Grazie al nostro coraggio – scrive Inì – e alla nostra forza ci siamo liberati degli spacciatori che facevano postazione in piazza Cesare Battisti, nei pressi del nostro centro, gettandoci in cattiva luce. Ancora oggi questa luce fa ombra su di noi. Basta! Sono stanco di vedere ragazzini arrabbiati perche i genitori non vogliono che mettano piede dentro il circolo; sono stanco di sentirmi dire cose negative sul nostro conto. Mi sfiancano, ma non mi piegano. Sono stanco di sentire i politici amministratori del nostro povero paese che ci considerano la feccia del paese. E’ un errore aiutare dei ragazzini cercando d’indirizzarli verso la giusta strada? Se solo venissero a trovarci – continua Inì – per vedere il lavoro che facciamo si renderebbero conto che la situazione non è questa. Ditemi cosa si deve fare, datemi dei suggerimenti. Sono stufo di scoprire che dei ragazzi sono costretti a venire di nascosto o addirittura a non venire. Queste righe sono uno sfogo, sono il risultato della tensione che in questi giorni è stata accumulata. Non ne posso più». 

In una città dove i circoli ricreativi per i giovani latitano, la rabbia di Inì suona quasi come un’arresa di fronte al menefreghismo manifestato dalla collettività. «Un’accusa – dice Inì – è rivolta anche all’assessore comunale ai Servizi Sociali, Guglielmo Puzzo, interpellato più volte per risolvere il problema ma “sordo” alle nostre richieste. Il fatto di essere alla fine del proprio mandato da assessore non lo giustifica. Bisogna che il Comune di Pozzallo, oltre a diramare comunicati, si dia una “svegliata” già da adesso, al fine di prevenire altri atti delinquenziali».

Arresa smussata dalle parole di alcuni ragazzi che frequentano il circolo. Samuele Boscarino, tra gli altri, frequenta il “Caffè” e difende l’operato dei titolari del circolo. «Un luogo per tossicodipendenti? Peccato che non sia proprio così. Ci sono dei ragazzini predisposti a imparare e a vivere un’ esperienza diversa da quella virtuale, in cui oggi quasi tutti vivono, ma vengono ostacolati dai genitori terrorizzati dalle malelingue che girano in paese sul locale. Invito tutti coloro che si sono fatti un’idea sbagliata di questo caffè letterario – conclude Boscarino – di tastare con le proprie mani la realtà che viviamo tutti i giorni, qui dentro».

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it