LA CULTURA E L’AGENDA DI MONTI

“Investire nella cultura significa anche lavorare per rafforzare il potenziale del nostro turismo, poiché già oggi cultura, bellezze naturali ed enogastronomia sono i pilastri della nostra attrattività, anche rispetto a Paesi che presentano il maggior potenziale di sviluppo turistico (Russia, Brasile, Cina, India, Golfo)”.

Con queste parole, Monti parla del rapporto cultura e turismo, come  motori di sviluppo per il nostro Paese, anche se il Piano strategico del Turismo è stato bloccato dalla fine anticipata della legislatura. Parliamo dell’Agenda “Cambiare l’Italia Riformare l’Europa”.

Notiamo, nell’Agenda di Monti, uno spazio congruo, in termini di futuri interventi, per la formazione, per l’istruzione, per la ricerca, ma per la cultura ,in senso stretto,come bene immateriale, ci sono cenni, ma non interventi espliciti, intendiamo quella parte di cultura, che è direttamente collegata alla valorizzazione dei siti ad esempio, grazie alla quale si può incentivare il sito, e il turismo, con un’organizzazione  ,che permetterebbe ai tour operator, ad esempio, di inserire le manifestazioni nei pacchetti turistici, solo per citare un caso. Intendiamo il teatro, il cinema, la musica.

Si accenna, solo al ruolo delle biblioteche, ma non dei libri, dell’editoria, dei beni immateriali, che noi ,crediamo siano prioritari rispetto all’economia, anche se hanno bisogno, e sono collegati ad essa.

La cultura richiede interventi economici, se si crede che questa sia indispensabile, e non  un optional, per la crescita di un popolo, e per una migliore qualità di vita.

Non tutto si può rapportare alla competizione globale, in quanto ci sono valori direttamente collegabili all’uomo, che non si possono quantificare in euro, in economia.

Purtroppo, l’Europa della finanza , con difficoltà, si rapporta con quella dei P

opoli, tanto auspicata, per dirla con la storia , nei lontanissimi anni, da Carlo Magno, da De Gasperi, e dagli altri europeisti.

Purtroppo, come sempre, le leggi ferree dell’economia lasciano poco spazio a principi, e valori, in cui  crediamo:le utopie possono diventare realtà se queste diventano dominio comune, se vogliamo realmente cambiare il presente.

L’umanità richiede cambiamenti, che , a volte, non vanno di pari passo con l’economia.

Dal momento che l’Agenda di Monti si apre al confronto, sarebbe bene che alla cultura si desse  il giusto spazio.

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