LA BUFALA DELLA ZONA ARTIGIANALE A RAGUSA

Le bugie hanno le gambe corte. Soprattutto quando ci sono bufale di mezzo. Se n’è accorto pure il Movimento 5 Stelle che, dopo avere chiesto la convocazione della commissione Trasparenza per “indagare”, così era scritto nella richiesta inoltrata al presidente dell’organismo, Elisa Marino, su quanto era accaduto in merito alla zona artigianale, ha dovuto prendere atto, ieri mattina, durante la riunione della stessa commissione, di come tutte le procedure erano state eseguite a regola d’arte e di come, a differenza di quanto era stato in precedenza sollevato dall’attuale assessore allo Sviluppo economico, Stefano Martorana, nessuna responsabilità poteva addebitarsi alla precedente Amministrazione. E’ quanto rilevano in un documento i consiglieri d’opposizione (Sonia Migliore, Angelo Laporta, Elisa Marino, Maurizio Tumino, Giorgio Mirabella, Gianluca Morando, Mario D’Asta, Giuseppe Lo Destro, Mario Chiavola) che si dicono contrariati per l’ennesimo tentativo portato avanti dall’attuale Amministrazione di portare avanti un’azione sistematica tesa a screditare l’operato della precedente. E’ stato il dirigente Michele Scarpulla, nel corso della seduta, a spiegare come sono andate le cose. In pratica, nel 2009 l’Enel rete gas redige un progetto per l’ampliamento della rete metanifera cittadina. L’Amministrazione comunale, nel corso del 2010, attraverso un’apposita delibera, autorizza il progetto definitivo. La concessionaria inoltra l’istanza per partecipare, tramite la Regione, al bando. L’istanza viene giudicata ammissibile, inserita in graduatoria ma non ottiene i punti necessari per il finanziamento che nel frattempo, a livello complessivo, era stato ridotto dalla Regione. Erano stati in pratica privilegiati i Comuni sul cui territorio non esisteva alcuna rete metanifera. La comunicazione, da parte della Regione, arriva nel corso del 2012. “Da qui si evince – spiega l’opposizione – che l’Amministrazione dell’epoca non ha alcuna responsabilità. L’assessore Martorana, prima di lasciarsi andare a dichiarazioni che non hanno né capo né coda, dovrebbe leggersi quantomeno le carte. I Cinque Stelle, che hanno fatto richiesta di convocazione della commissione Trasparenza, per trovare chissà quali inghippi, si sono resi conto, in due minuti, di come stavano le cose. Non è possibile andare avanti a fare politica con la cultura del sospetto e con le bugie discriminatorie”.

 

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