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Italia in massima allerta: rafforzata la sicurezza su 29mila obiettivi sensibili. Attenzione alta anche in provincia di Ragusa
23 Giu 2025 08:47
Il Viminale ha innalzato il livello di allerta in tutta Italia, con un potenziamento dei controlli e delle attività di intelligence su oltre 29.000 obiettivi sensibili, tra cui più di 10.000 infrastrutture critiche e circa un migliaio legati a interessi statunitensi e israeliani, potenzialmente esposti a minacce legate al terrorismo internazionale.
È quanto emerso dal Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, riunitosi al Ministero dell’Interno sotto la presidenza del ministro Matteo Piantedosi, con la partecipazione di Forze dell’ordine, servizi segreti e strutture di cybersicurezza. L’incontro è stato preceduto da una riunione del Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo (CASA), che ha definito nuove direttrici operative per fronteggiare gli impatti della crisi in Medio Oriente e del peggioramento del quadro geopolitico.
Particolare attenzione viene riservata alle aree considerate strategiche o esposte a fenomeni di pressione migratoria, come il territorio della provincia di Ragusa, da anni punto di approdo per migliaia di migranti provenienti dal Mediterraneo. La presenza di centri di accoglienza, infrastrutture portuali e snodi logistici, unitamente alla collocazione geografica nel cuore del canale di Sicilia, fa della provincia iblea una zona osservata con interesse dai dispositivi di sicurezza nazionale.
Non si segnalano al momento minacce specifiche per la Sicilia sudorientale, ma il piano di rafforzamento deciso a livello nazionale include anche il monitoraggio di aree sensibili e dei flussi migratori nei territori di confine e nelle zone ad alta densità di strutture critiche.
Secondo la nota del Viminale, l’obiettivo è rafforzare le attività di prevenzione e di analisi del rischio, anche attraverso la cooperazione tra intelligence e forze dell’ordine, in un contesto che resta fragile e instabile a livello internazionale.
L’Italia resta dunque in uno stato di massima vigilanza, con un sistema di sicurezza mobilitato per proteggere cittadini, infrastrutture e presidi strategici in tutto il Paese, comprese le realtà di frontiera come quella ragusana.

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