Interrogato ieri il prof. Uccio Barone. Il suo difensore: “Ha chiarito ogni aspetto delle contestazioni mosse”

 Sono iniziati ieri pomeriggio gli interrogatori nell’ambito dell’inchiesta “Università bandita”. Il primo ad essere interrogatori  è stato l’ex direttore di Scienze Politiche, Uccio Barone.  

“Il professore – commenta al termine dell’interrogatorio il suo difensore di fiducia Carmelo Galati in una intervista rilasciata a Livesicilia – ha risposto a tutte le domande, sia del gip che del pubblico ministero, ed ha chiarito ogni aspetto delle contestazioni che gli venivano mosse in ordine ad alcune circostanze. Su queste però – chiarisce l’avvocato – manteniamo il massimo riserbo perché è pendente una richiesta di revoca della misura. Inoltre, ricordiamo, che il professor Barone è in pensione dal 31 ottobre del 2017. E quindi non ha più rapporto organico con l’Università”.

In merito alla richiesta da parte della Procura della Repubblica di applicare  misure cautelari più severe rispetto all’interdittiva ed  al ricorso di cui si parla in questi giorni che avrebbe presentato l’avvocato Galati  precisa che “La Procura naturalmente fa il suo mestiere e forse si aspettava un provvedimento più forte, però credo che gli interrogatori servano a questo: a chiarire tutte le circostanze specifiche che vengono mosse a ciascuno degli indagati. Io credo che il professor Barone che è uno dei più importanti storici italiani, un capo scuola non solo in Sicilia ma anche in Italia, abbia chiarito in maniera evidente la sua posizione. Certamente dobbiamo porci nell’ottica dell’accusa, che ritiene secondo una ipotesi ideale i concorsi dovrebbero essere tecnicamente asettici e perfetti, il realtà – argomenta Galati –  il sistema e le leggi vigenti dopo la legge Gelmini un po’ non hanno consentito di avere un percorso lineare”.

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