INEDITA CODA DEL VENTOTTESIMO MOTORADUNO “MONTI IBLEI”

Quando al cuor non si comanda. E se questo cuore è dotato di due ruote, allora tanto meglio perché trova più facilmente la meta da raggiungere. E’ una storia che merita di essere raccontata quella di due equipaggi di appassionati di Roma e Genova che, pur non potendo essere presenti alla data fissata del motoraduno internazionale “Monti Iblei”, che quest’anno era giunto, ai primi di agosto, alla 28esima edizione, hanno chiesto e ottenuto, dal patron Franco Bucchieri, la possibilità di animare una speciale coda dell’evento. “Sono centauri affezionati alla nostra kermesse – dice Bucchieri – che non si sono persi neppure un’edizione tra le ultime del nostro motoraduno. Appena hanno manifestato questa esigenza, ci è parso naturale accontentarli. E per questo motivo li abbiamo ospitati nei giorni scorsi, dando vita ad una sessione, per così dire, extra della nostra manifestazione”. Naturalmente, i centauri laziali e liguri sono stati in giro lungo le strade della provincia di Ragusa, seguendo gli stessi itinerari che i loro “colleghi”, qualche giorno prima, avevano già battuto. “Ovviamente – afferma ancora Bucchieri – così come avevamo fatto per gli altri gruppi, abbiamo dato loro la possibilità di ammirare le location della serie tv Montalbano, siti che sono stati molto apprezzati e che li hanno spinti a dire: “Ci vedremo per la prossima edizione, la 29esima”. Si tratta di un gesto di apprezzamento che ci fa molto piacere perché significa che nel corso degli anni questa manifestazione ha lasciato un segno tra i vari partecipanti tanto da spingere alcuni di loro a chiederci di promuovere una coda straordinaria. E’ la prima volta che accade. E ritengo che non sarà l’ultima. Chissà, si potrebbe pensare anche di ideare percorsi specifici del genere per chi non ha l’opportunità di partecipare alle date tradizionali del motoraduno. Per noi e, soprattutto, per il territorio è sempre un modo di fare turismo e di fare conoscere le bellezze paesaggistiche e monumentali dell’area iblea. Sfruttando, naturalmente, la maneggevolezza e la versatilità delle due ruote. Meglio di così…”.  

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