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Il Tar rigetta il ricorso di Alfredo Vinciguerra. L’elezione della presidente Concetta Fiore è legittima
22 Mag 2024 23:09
Il Tar di Catania ha rigettato il ricorso presentato dal consigliere comunale di Vittoria Alfredo Vinciguerra che, eletto presidente del consiglio comunale nella seduta del 24 novembre 2021, era stato eletto presidente con 8 voti, contro i 7 di Concetta Fiore.
Si conclude così – almeno per una parte – la lunga querelle innescata nelle ultime settimane del 2021 subito dopo l’elezione del nuovo sindaco Francesco Aiello e l’insediamento del nuovo consiglio comunale. L’elezione di Vinciguerra (esponente di Fratelli d’Italia e quindi dell’opposizione) venne resa possibile solo dalla spaccatura in seno alla maggioranza che non raggiunse un accordo sull’individuazione del candidato presidente. L’elezione venne subito contestata dalla maggioranza che – dopo una sospensione e dopo l’elezione della vicepresidente Rosetta Noto – chiese un riconteggio dei voti. Dal riconteggio emerse la presenza di alcune schede votate sul retro che avrebbero portato il totale dei voti a 9 per Fiore, consentendo quindi la sua elezione.
Ma la segretaria comunale ritenne irrituale il riconteggio perché avvenuto dopo la proclamazione di Vinciguerra.
Dopo la proclamazione di Vinciguerra sono stati presentati i ricorsi al Tar, dapprima da Concetta Fiore, che riteneva dovesse ritenersi valida la propria elezione. Dopo numerose scaramucce durante circa tre mesi, si giunse, il 2 febbraio 2022, alla revoca della delibera di elezione di Vinciguerra e alla elezione di Concetta Fiore. Le complicate e controverse vicende di quei mesi portarono a dei ricorsi al Tar presentati dapprima da Concetta Fiore e poi, dopo la revoca, da Alfredo Vinciguerra.
Di recente, i due procedimenti, su richiesta di entrambi i ricorrenti, sono stati unificati e un’udienza per la decisione si è svolta il 14 febbraio scorso. Maria Concetta Fiore – attuale presidente del consiglio comunale – era rappresentata in giudizio dagli avvocati Salvatore Brighina, Gianni Francesco Fidone e Rosario Giommarresi; Alfredo Vinciguerra era rappresentato da Eleonora Caruso e Andrea Nicosia. Il comune di Vittoria era rappresentato dall’avvocata Angela Bruno e dall’avvocata Monica Lo Piccolo.
Il tribunale amministrativo regionale ha ritenuto che dovesse ritenersi valido il secondo riconteggio delle schede, non ritenuto invece valido dalla segretaria comunale. Ha quindi rigettato il ricorso di Vinciguerra e – decidendo in questa direzione – ha di fatto reso inutile il ricorso di Concetta Fiore che, sulla base di questa decisione, rimane in carica come presidente del consiglio comunale.
La vicenda quindi può dirsi conclusa sul piano amministrativo (salvo eventuali ricorsi al Cga), ma non ancora sul piano penale. Si attende la chiusura delle indagini da parte della Procura di Ragusa che ha affidato l’incarico per una perizia per rilevare eventuali irregolarità nelle schede. Viene infatti palesato il dubbio che tra il primo scrutinio e il secondo riconteggio le schede non siano state debitamente custodite e che possano essere state manomesse. Secondo una delle tante ipotesi in campo, questo spiegherebbe le difformità tra il primo scrutinio e il secondo riconteggio. Il Tar, però, ha deciso che il secondo riconteggio deve essere considerato valido affermando che “l’esito delle indagini svolte dalla competente Procura della Repubblica appare irrilevante per la definizione del presente giudizio”.
La vicenda e tutti gli accadimenti sono stati ricostruiti dalla sentenza emessa dalla prima sezione del Tar di Catania, presieduta da Pancrazio Maria Savasta. Il riconteggio faceva infatti intravvedere delle possibili irregolarità o manomissioni delle schede tant’è che pochi giorni dopo le schede e i verbali delle sedute consiliari vennero sequestrati dalla Guardia di Finanza e si è aperto un fascicolo giudiziario con un’istruttoria ancora in corso. La procura non ha ancora chiuso le indagini avviate nel dicembre 2021.
“Le sentenze si rispettano – ha commentato Alfredo Vinciguerra – anche se mi riservo il diritto di dissentire dalle conclusioni a cui è giunta la prima sezione del Tar. È chiaro che qualora l’azione penale fosse andata avanti e le indagini preliminari fossero state concluse, l’esito avrebbe potuto essere diverso. Ma – anche in questo caso – ho massimo rispetto del lavoro dei magistrati e della Procura”.
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