Arte: inaugurata la mostra-evento “Andy Warhol and POP Friends”, a Modica fino al 13 ottobre

MODICA – Ci sono le opere più iconiche e conosciute in tutto il mondo, come quelle dedicate a Marilyn Monroe, a Liza Minneli, opere diventate simboli della cultura di massa e della società americana degli anni ’60, o i famosissimi “Self-Portrait”, o la serie dei “Flowers”, esposti accanto alle polaroid che ritraggono artisti e personaggi di spicco dell’epoca. Ma ci sono anche le opere meno note che però esaltano la grandezza artistica di colui che è il re della Pop Art. A Modica, città barocca patrimonio dell’Umanità, da oggi è possibile ammirare le opere di Andy Warhol e quelle dei suoi amici artisti che lo hanno seguito nella nascita di una corrente artistica che ha rivoluzionato e influenzato il mondo dell’arte nei decenni successivi e fino ad oggi.

Con un’indagine che vuole stupire lo spettatore attraverso un percorso ben definito, nei saloni dell’ex Convento del Carmine è stata inaugurata la mostra “Andy Warhol and POP Friends” promossa dalla Fondazione Teatro Garibaldi, a cura del critico d’arte e accademico Graziano Menolascina, in sinergia con il quotidiano La Sicilia, Dse Pubblicità e Mutika Emc. Tra le opere esposte anche il celebre “Vesuvius”, un grande acrilico su tela del 1985, realizzato durante la permanenza di Warhol a Napoli. Raffigura il vulcano Vesuvio in eruzione, una straordinaria esplosione di colori che simboleggia la potenza e la grandezza della natura in chiave pop.


Una mostra che permette ai visitatori di immergersi nel vivace e caleidoscopico mondo della Pop Art, esplorando non solo le opere del leggendario Andy Warhol, ma anche quelle di altri straordinari artisti che hanno condiviso con lui questo rivoluzionario movimento artistico: Jean-Michel Basquiat, David Bowes, Francesco Clemente, Keith Haring, Roy Lichtestein, Robert Rauschenberg. All’inaugurazione sono intervenuti Maria Monisteri e Tonino Cannata, rispettivamente presidente e sovrintendente della Fondazione Teatro Garibaldi, Giampiero Bella, segretario generale del Libero Consorzio Comunale di Ragusa, Domenico Ciancio, editore del quotidiano La Sicilia, e Antonello Piraneo, direttore dello stesso quotidiano che hanno sottolineato l’importanza culturale della mostra per la regione. Tra gli interventi anche quelli di Stefano Giaquinta, ceo di Mutika, e di Paolo Nifosì, critico d’arte e storico. A sottolineare la contemporaneità, anche in chiave social, di Andy Warhol e degli artisti è stato il curatore Graziano Menolascina che ha ricordato quanto la Pop Art sia stata rivoluzionaria e quanto abbia permesso di rendere l’arte popolare.

Ospite d’eccezione è stato l’artista David Bowes, uno degli autori ancora in vita tra quelli in mostra, che ha condiviso la sua esperienza e il suo legame con Warhol e gli altri artisti esposti. La mostra rappresenta un progetto culturale di ampio respiro su cui si è creata una straordinaria sinergia tra la Fondazione Teatro Garibaldi, il quotidiano La Sicilia – Domenico Sanfilippo Editore, DSE Pubblicità e Mutika Emc, con il sostegno della Regione Siciliana, dell’Assemblea Regionale Siciliana (grazie al supporto dell’on. Ignazio Abbate), del Libero Consorzio di Ragusa e del Comune di Modica. La Pop Art, nata negli anni ’50 e ’60, è un movimento artistico che ha trasformato profondamente la percezione dell’arte contemporanea. Contrapposta all’astrattismo e al formalismo dominante del dopoguerra, la Pop Art ha abbracciato la cultura di massa, la pubblicità, i fumetti e le immagini popolari, portando questi elementi all’interno delle gallerie d’arte e delle opere pittoriche. Andy Warhol è stato pioniere di questo movimento, utilizzando tecniche come la serigrafia per riprodurre immagini iconiche della cultura americana, rendendo l’arte accessibile e comprensibile al grande pubblico. Un’arte che da oggi avvolge i visitatori, i turisti e gli appassionati d’arte anche in Sicilia, in questa straordinaria mostra-evento a Modica fruibile fino al 13 ottobre. Info, orari e prenotazioni sul sito www.fondazioneteatrogaribaldi.it

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