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Presentato il libro “Ossigeno” di Federica Molè dedicato al padre Gianni, noto giornalista scomparso a causa del covid
15 Giu 2024 20:45
TRA LE PAGINE I RICORDI MA ANCHE IL RAPPORTO STRAORDINARIO E QUEL LEGAME CHE NESSUNO POTRA’ MAI SPEZZARE.
RAGUSA – Presentato ieri sera, nell’ambito della sezione “ExtraVolume” del festival letterario “A Tutto Volume”, il libro “Ossigeno”, il diario letterario autobiografico della giornalista Federica Molè. L’evento, condotto dal regista Andrea Traina, si è svolto nei suggestivi giardini del relais di Antica Badia a Ragusa, e ha attirato un pubblico interessato e partecipe, desideroso di conoscere il toccante racconto del rapporto tra l’autrice e il padre, Gianni Molè, noto giornalista scomparso a causa del covid.
Federica Molè, emergente autrice di questa sezione del festival, ha deciso di condividere con il pubblico una parte intima della sua vita, segnata dalla prematura scomparsa del padre nel 2020. “Ossigeno”, edito da Architype per la collana Kintsugi, rappresenta un tributo a un legame che la distanza della morte non può spezzare. Come scrive Gaetano Savatteri nella quarta di copertina, il libro è il racconto di “un amore filiale che non si spezza nemmeno dopo la lacerazione estrema che segna la distanza incolmabile, ma non il distacco”.
La narrazione di “Ossigeno” è un viaggio attraverso i ricordi di Federica, dove il padre, giornalista autorevole in Sicilia, diventa una figura centrale, quasi mitica. Con una carriera costruita su scelte coraggiose, Gianni Molè ha rappresentato un esempio di integrità e impegno, ispirando la figlia a seguire le sue orme professionali. Le vacanze a Scoglitti, tra il profumo del sigaro alla vaniglia e le giornate estive, fanno da sfondo a un’infanzia felice e formativa, rendendo il padre non solo un genitore, ma anche un mentore.
Il libro esplora il rapporto complesso tra padre e figlia, fatto di amore, ammirazione, ma anche di pressioni e aspettative. Federica descrive come il padre la spingesse a dare sempre il massimo. La letteratura, in questo contesto, diventa un mezzo di guarigione, un modo per esorcizzare il dolore, condividendo con i lettori un viaggio emotivo fatto di momenti di gioia e tragedia.
“Ossigeno” è anche un romanzo generazionale, che rispecchia le sfide e le incertezze dei nati negli anni ’90, in un mondo in continua trasformazione. La figura del padre emerge come un punto di riferimento stabile in una realtà precaria, un faro di valori ed etica in un mare di cambiamenti repentini. La tragica perdita del genitore rappresenta un punto di svolta, un evento che sconvolge ma che, attraverso la scrittura, trova una forma di ricostruzione e resilienza. Federica Molè, con “Ossigeno”, insegna che la vita quotidiana, con le sue apparenti banalità, non è mai priva di significato. Ogni parola, ogni gesto possono lasciare segni profondi, e la narrazione diventa uno specchio attraverso il quale riflettere sulla nostra esistenza e sul valore delle relazioni. Un libro che mescola forza e fragilità, ansie e speranze, mostrando come il potere curativo della parola possa ricostruire un mondo frantumato.
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