Negli ospedali della provincia di Ragusa si sta verificando una vera e propria fuga di medici, con dimissioni sempre più frequenti che stanno lasciando interi reparti sguarniti. La sanità pubblica iblea rischia, almeno in alcuni reparti, il collasso, schiacciata dalla carenza di personale e da condizioni di lavoro ormai insostenibili. Un problema che in verità […]
IL PROGETTO DELLA CACIOTECA REGIONALE SICILIANA DEL CORFILAC SBARCA A VENEZIA ALLA 13ESIMA MOSTRA INTERNAZIONALE DI ARCHITETTURA
14 Ago 2012 09:01
La 13esima Mostra Internazionale di Architettura, diretta da David Chipperfield e intitolata “Common Ground”, sarà aperta ai Giardini e all’Arsenale dal 29 agosto al 25 novembre (vernice 27-28 agosto). La mostra di Venezia è il punto di incontro a livello internazionale delle nuove idee sull’architettura.
“Il tema centrale di questa Biennale 2012 – spiega il direttore David Chipperfield – è ciò che abbiamo in comune. L’ambizione di Common Ground è soprattutto quella di riaffermare l’esistenza di una cultura architettonica costituita non solo da singoli talenti, ma anche da un ricco patrimonio di idee differenti”.
Il Padiglione Italia all’Arsenale è organizzato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali con la PaBAAC – Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee, e curato da Luca Zevi.
Il pensiero di Adriano Olivetti, il suo modo di fare impresa e di coniugare la cultura con il business è il modello scelto da Luca Zevi per il Padiglione Italia alla 13esima Mostra Internazionale di Architettura organizzata dalla Biennale di Venezia.
Zevi, architetto e urbanista, è stato nominato il 3 maggio curatore del Padiglione Italia dal ministero dei Beni culturali, guidato da Lorenzo Ornaghi.
L’8 maggio, a Roma, ha presentato il suo progetto alla stampa. “Se negli ultimi trent’anni vi è stato un dominio della finanza, nei prossimi anni dovrà tornare a essere centrale il lavoro – ha esordito -. E credo che nel messaggio di Adriano Olivetti vi sia un seme che dice che si può essere imprenditori producendo beni eccellenti, realizzando servizi qualificati e, al tempo stesso, facendosi carico dello sviluppo urbanistico. L’esperienza di Adriano Olivetti – ha continuato Zevi – è diventata un modello di sviluppo in cui politica industriale, politiche sociali e promozione culturale si integrano nella proposta di una strada innovativa nella progettazione delle trasformazioni del territorio. Nella mia proposta – ha concluso – non c’è nulla di nostalgico: per me Olivetti era un moderno per la sua capacità di progettare in funzione delle esigenze dell’uomo.”
Una sezione importante del programma è dedicata alle architetture del Made in Italy, ovvero alla qualità architettonica degli stabilimenti produttivi e degli uffici direzionali realizzati dalla aziende, con l’obiettivo di documentare l’impegno degli imprenditori per la qualità edilizia, urbana e paesaggistica, nonché per l’innovazione e la sostenibilità ambientale.
La sezione è coordinata dal prof. Rosario Pavia e dagli architetti Cristina Beccaria ed Emanuela Guerrucci.
Sono stati selezionati una serie di interventi (stabilimenti, headquarters, uffici direzionali) sia nel settore manifatturiero industriale che in quello agroalimentare e vinicolo.
La mostra si articola in quattro sezioni:
A) Le Architetture della Fabbrica, B) Il Direzionale diffuso, C) Le Architetture del Paesaggio Agricolo, D) Recupero e riconversione produttiva, E) Densificazioni.
Il padiglione sarà allestito in due spazi affiancati, come due stecche. Entrando nel primo ci si troverà come in un giardino: un paesaggio naturale ricreato con 5.000 felci. Nel secondo spazio sarà allestita la mostra vera e propria: niente pannelli né modelli tridimensionali ma tutti i contenuti saranno presentati con video e touchscreen. «Il padiglione sarà immateriale ma molto concreto – spiegano gli organizzatori -. Ci saranno le ultime novità dell’architettura italiana, le ultime pubblicazioni, i nomi degli emergenti».
Il Padiglione Italia tenta di offrirsi anche come una sorta di prototipo costruttivo ed è stato concepito come un «luogo energeticamente autosufficiente e ambientalmente accogliente». Tutto sarà riciclabile. Strumenti multimediali e tecnologia innovativa permetteranno al visitatore di interagire con il racconto, di porre quesiti, di incontrare in modo virtuale i protagonisti della storia narrata.
Il progetto della Cacioteca Regionale di Ragusa dello studio Architrend degli architetti Gaetano Manganello e Carmelo Tumino, con la consulenza del dott. Agronomo Enzo Firullo e del progettista delle strutture Ing. Salvatore Campo, è tra i partecipanti alla mostra nella sezione “Le architetture del Paesaggio Agricolo”.
“E’ un importante riconoscimento legato ad un progetto altamente innovativo, frutto di una visione di sviluppo del territorio basata sulla qualità e l’innovazione delle tecniche, portata avanti dal prof. Giuseppe Licitra, presidente del Corfilac, il Consorzio di ricerca che ha commissionato l’opera” spiegano gli architetti.
La Cacioteca regionale è il primo centro dedicato allo studio e alla riproduzione dei sistemi storici di stagionatura dei formaggi siciliani e anche internazionali. “Un sito all’avanguardia per non dimenticare la tradizione” dice il prof. Licitra.
Per i progettisti dello studio Architrend, un altro importante riconoscimento, dopo vari premi, pubblicazioni e partecipazioni a mostre di livello internazionale, tra le quali “Italy Now” mostra itinerante dei 100 progetti più significativi in Italia negli ultimi dieci anni, nel 2011 a Tokyo e nel 2012 a Toronto e Vancouver.
L’architettura dello studio di Gaetano Manganello e Carmelo Tumino si identifica sempre nello sviluppo di opere legate al territorio, ma con una forte identità contemporanea; autori di diverse opere, residenze, alberghi, negozi, hanno realizzato alcune tra le più belle ville di Sicilia, che figurano nelle principali riviste nazionali e internazionali.
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