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IL PRIMO AMORE NON SI SCORDA MAI
26 Apr 2013 19:11
Considerato il silenzio del PDL nella nostra città, tanto vale seguire le cronache regionali dove oggi troviamo una lunga intervista al coordinatore regionale on.le Castiglione.
Su blogsicilia.it, per quello che ci riguarda, Castiglione dice di mirare a ricompattare il centro destra. Queste le sue parole: ”Per quanto riguarda la Sicilia, in vista del turno amministrativo, noi auspichiamo che si possa lavorare a ricompattare il centrodestra, quel centrodestra che ha ottenuto buoni risultati alle ultime politiche”.
E in questa ottica punta “molto, sul piano politico, all’affermazione nelle grandi città come Catania ma anche Messina, Siracusa e Ragusa. Riteniamo che vi siano le condizioni, ed il Presidente Berlusconi che ho incontrato a Roma nei giorni scorsi ne è ben consapevole, per aprire un dialogo molto serio e proficuo con l’Udc. Nell’Unione di Centro -afferma convinto Castiglione- sanno molto bene che il loro elettorato sta a proprio agio nel centrodestra e che l’alleanza con il Pd è per loro quanto mai innaturale…”.
Mentre ribadisce che il PDL non è interessato al governo della Regione, di cui non piace il metodo di governo, sottolinea l’interesse a ricostruire l’area dei moderati con l’UDC, partito collocato saldamente nel partito popolare europeo insieme al PDL.
Castiglione continua passando in rassegna le realtà siciliane coinvolte nella consultazione amministrativa: dice “che a Siracusa l’interessante candidatura a sindaco di ‘bandiera’ dell’Udc potrebbe avere il nostro sostegno. auspichiamo che si possa costruire una alleanza con l’Udc anche a Catania, nella cui provincia sono molti i Comuni dove Udc e Pdl stanno insieme ed altrettanti dove si sta trovando la convergenza. Considerando, poi, anche Messina e Ragusa immaginiamo che quattro città siciliane, tutte in una volta, possano riconoscersi nel centrodestra e nell’area dei moderati”. In conclusione ribadisce che considera innaturale l’alleanza tra Pd e Udc ed evidenzia le ultime mosse di Casini che si è mosso in sintonia con Berlusconi, nel solco di una strategia della moderazione che ha avuto il suo suggello nell’elezione del Capo dello Stato.
Considera la parentesi di Catania, dove è stato ufficializzato l’appoggio a Enzo Bianco per la lealtà e l’avvedutezza politica di Lino Leanza che “ha contratto un impegno con la Regione ma in prospettiva si rende conto che la strada intrapresa dal suo partito non è quella giusta…”.
In ultimo Castiglione si dice certo che Berlusconi non farà mancare la sua presenza in Sicilia, in particolare a Catania, dove sarà prevista una grande manifestazione popolare intorno al 20 maggio, dopo la presentazione delle liste. Il leader degli azzurri si tratterrà almeno due giorni nell’isola e, quasi sicuramente, toccherà le altre province.
Per quanto detto, aspettiamoci, quindi, una visita del Cavaliere e aspettiamoci anche dei rivolgimenti, sicuramente dopo le elezioni, in seno alla politica locale.
Le aspirazioni e le aspettative del coordinatore regionale del PDL sono in linea con gli ultimi sviluppi nazionali che hanno visto un riavvicinamento fra Berlusconi e Casini.
Non si può dire che le parole di Castiglione siano in sintonia con la linea del segretario regionale dell’UDC, senatore D’Alia e lascia perplessi il riferimento a Ragusa dove ricompattare PDL e UDC sembra, ormai, utopistico, a meno di non volersi riferire alla componente dei fuoriusciti del gruppo Antoci che già ci sta pensando da sola.
L’ortodossia udicina, quella legata al commissario provinciale Lavima, al parlamentare on.le Ragusa e alla segreteria regionale, per quanto riguarda il capoluogo ha seguito le evoluzioni di Sonia Migliore che autocandidatasi prima a Sindaco, si è mossa con leggiadria fra i meandri dell’odierna politica, allineandosi, in prima battuta, agli alleati regionali, scegliendo poi di passare a Territorio, e sostenere Cosentini, dove sta per vedere l’arrivo del Partito Democratico. A questo punto, pare azzardata l’ipotesi di ulteriori spostamenti che, si pensa, potrebbero essere poco graditi dall’elettorato.
La partita è aperta per le prossime elezioni politiche: già Casini ha ammesso di avere sbagliato allontanandosi da Berlusconi e, ancora di più, avvicinandosi a Monti che si è rivelato una piaga per il paese, disconosciuto da quelli stessi che lo avevano chiamato, in primis il Capo dello Stato.
La scelta di Casini è stata fatale perché ci sono stati momenti diversi in cui la sua esperienza e il suo carisma sarebbero serviti al paese e sarebbero stati unanimemente riconosciuti, senza dire che, restando alleato, sarebbe diventato naturalmente il leader del centro destra, dove, a tutt’ora, manca la figura in grado di raccogliere la pesante eredità del Cavaliere.
C’è solo da sperare che un ritorno del leader UDC coincida con una sua decisa azione di ricambio nei confronti dei vertici regionali e locali che hanno portato il partito, con scelte sbagliate, in alcune realtà, a percentuali semplicemente vergognose.
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