IL PREPOTENTE RITORNO DELLA VERA SINFONIA VIOLA

Nel calcio, come nella vita, ci sono opportunità che non si possono, non si devono, sbagliare. In questi frangenti si vuole e si è richiesto di dare il 110%, al fine di conferire una prepotente sterzata al proprio presente e, per estensione, al proprio futuro.

Ciò è esattamente quello che ha portato sul rettangolo verde del Franchi, in una serata gelida e ventosa, la compagine gigliata guidata Paulo Sousa, vero e proprio docente di calcio contemporaneo, nella partita delle partite per tutti i fiorentini: la storica contesa contro gli acerrimi “nemici” della Juventus. All’improvviso, in una stagione tutt’altro che esaltante, segnata da troppi alti e bassi per poter pensare alle zone nobilissime della classifica, ricompare la Fiorentina della scorsa magnifica annata; una squadra che grazie alle sue “esibizioni” non ha potuto che ricevere gli elogi sia della stampa nostrana che, cosa ancor più importante e gratificante, dei media stranieri. Quest’ultimi, hanno più e più volte definito la formazione del patron Della Valle come la compagine che praticava uno dei migliori futbol in Italia, assieme al Napoli spagnoleggiante di Sarri (altro indiscutibile maestro), ed in Europa, al pari dei vari Borussia Dortmund e Liverpool degli alchimisti teutonici Tuchel e Kloop.

Proposta Moderna: tutto il meglio della nuova frontiera del calcio è riassumibile, come precedentemente anticipato, nella prestazione offerta dai viola; base fondamentale per poter anche solo pensare di battere una vera e propria corazzata, almeno in Italia, come quella bianconera. Alla base si ha un modulo tattico, il 3-4-2-1, estremamente flessibile che può trasformarsi, in base alle specifiche situazioni di gioco, in un 5-3-2 in fase di non possesso e in un 4-3-3 o 3-4-3 in possesso. Tuttavia, i numeri non varrebbero nulla se non fossero accompagnati, come sono, da un atteggiamento propositivo. Quest’ultimo, si declina nei seguenti concetti: difendere in avanti, possesso palla costruttivo e ricerca dell’imbucata nel momento più opportuno. Il primo tassello consente a Gonzalo Rodriguez e compagni di accorciare il campo con il duplice obbiettivo di recuperare palla alti e non far impostare con calma e serenità l’avversario; il secondo permette a palleggiatori del calibro di Badelj e Borja Valero di controllare il gioco in modo tale da non correre rischi difensivi e recuperare attivamente e l’elemento finale rappresenta nient’altro che il coronamento del lavoro portato avanti da tutti i protagonisti nei due frangenti precedenti; fattore che trasforma implacabilmente la sterilità e la filosofia in concretezza ed efficacia.

Prestazioni Maiuscole: per battere, meritatamente, i detentori del tricolore da cinque stagioni consecutive è necessario che tutti gli 11 forniscano una performance di altissimo lignaggio; e così è stato. Ciò detto, non può non essere rimarcata la prestazione sontuosa del figlio d’arte Federico Chiesa. L’esterno destro offensivo classe 97, ha mostrato un mix di personalità e qualità fuori dal comune, facendo entrambe le fasi in maniera divina, dovendosela vedere con un cavallo di razza come Alex Sandro, ed entrando in tutte le azioni più importanti della viola (l’involontario velo pesa, al pari del vento che accelera la traiettoria della sfera, sul pesante gol del momentaneo 2-0 di Badelj). Anche l’esplosione del giovane è merito del tecnico lusitano, che avendo visto in lui doti molto interessanti ha ritenuto opportuno, a ragione, schierarlo da titolare nella prima di campionato allo Juventus Stadium e, successivamente, continuando a dargli fiducia sia in Campionato che in Europa League nel corso dell’annata. Forzando un po’ la mano, anche questa è una caratteristica da grande allenatore moderno; ossia quando si intravede del talento, l’età diviene un fattore relativo e le opportunità vanno date. Grazie Mister e, per estensione, grazie Fiorentina per la bella serata di futbol che hai donato a tutti i tuoi amanti !       

 

 

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