IL CENSORE DI OGGI EVASORE DI IERI E VUOLE FARE PURE IL SINDACO

 

L’approvazione del Consuntivo 2010 è stata l’occasione, ancora una volta, per registrare lo show del consigliere Asta, che in questi ultimi quattro anni ha cercato sempre di trasformare l’aula consiliare in un teatro del tragicomico. L’annuncio della sua candidatura alla corsa a sindaco della città è stato il prologo; l’epilogo sarà l’inevitabile smentita di chi lo ha lanciato nell’agone per tirargli la volata, ben sapendo che non ha alcuna chance per concorrere alla carica di primo cittadino. La dura replica del capogruppo dell’MPA Carmelo Di Stefano ha messo nell’angolo lo showman pozzallese. Accuse dure, pesanti come macigni, soprattutto nei confronti di chi da tempo si erge a censore ed accusa tutti e tutto di illeicità.

 

Si è cominciato con l’accusa di evasore per avere utilizzato la dichiarazione di prima casa nell’acquisto di un immobile di fatto adibito a studio professionale, e si è finito alla compiacenza e complicità nell’avere avallato per 10 anni l’evasione ICI sulle aree edificabili con perdita di circa 8 milioni di euro, nell’avere inserito in bilancio somme per l’alluvione del 2005 e ben cinque miliardi di vecchie lire per i suoli cimiteriali ancora da vendere. Il capogruppo Di Stefano ha anche denunciato pubblicamente l’abuso dei telefoni del Comune: ben 44 schede di telefonini in uso persino a consiglieri comunali che non ne avevano diritto e che bimestralmente spendevano centinaia di euro a pseudo telefonate di servizio.

 

Noi diciamo a chiare lettere alla città che non si può tollerare che chi è responsabile del disastro in cui versano le casse comunali possa oggi diventare paladino del buon governo non avendone i titoli per il suo passato di consigliere comunale nel periodo in cui si è sperperato, per i suoi comportamenti di cittadino per nulla integerrimo come dimostra la vicenda della sua prima casa.

 

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