Il Cardinale Matteo Maria Zuppi giovedì a Noto per i festeggiamenti del 180° anniversario della Fondazione della Diocesi

Sarà gioia grande giovedì a Noto per i festeggiamenti di chiusura del 180° anniversario di erezione della Diocesi di Noto. E’ stato il vescovo Salvatore Rumeo a volere, nella celebrazione di chiusura nella cattedrale di San Nicolò prevista per le 18.30, la presenza del Cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo metropolita di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Vicino agli ultimi, nota la sua vicinanza e la sua presenza nella Comunità di Sant’Egidio, è stato anche colui che Papa Francesco ha incaricato nel mese di maggio del 2023 a guidare la missione diplomatica di pace della Santa Sede finalizzata ad “allentare le tensioni nel conflitto in Ucraina”.

In missione di pace a lui è stato affidato il compito di promuovere gesti di umanità e costruire le premesse perché potesse essere raggiunta una pace giusta, quella che si insegue da alcuni anni in aiuto dei popoli martoriati. Cinque i viaggi diplomatici che hanno visto impegnato lo scorso anno il Cardinale Matteo Maria Zuppi nella missione di pace: a Kiev il 5 e 6 giugno, a Mosca il 28 e 29 giugno, a Washington il 18 luglio, a Pechino il 13 e 15 settembre ed a Mosca dal 14 al 16 ottobre dello scorso anno. A lui si guardava, a fino a pochi giorni fa, come ad uno dei Cardinali italiani che avrebbe potuto assurgere al compito di Santo Pontefice assieme ai Cardinali Parolin e Pizzaballa.  Giovedì lo si incontrerà a Noto per ricordare il 180° anniversario della diocesi netina oggi affidata al vescovo Salvatore Rumeo.

“Ci rallegriamo per la presenza a Noto di Sua Eminenza il Cardinale Matteo Zuppi. La nostra Chiesa diventi profezia di Misericordia – sono le parole del vescovo Salvatore Rumeo – questa è la Chiesa in
cui crediamo e che vogliamo costruire. Chi incontra il Signore avverte la necessità del perdono e della riconciliazione, della fraternità e dell’amore ed è chiamato ad essere nel mondo un
testimone gioioso della Misericordia di Dio. Ciò non solo per manifestare sentimenti di tenerezza, compassione e vicinanza con quanti vivono situazioni di sofferenza fisica o morale ma per entrare
profondamente nella loro realtà di persone, con tutta la tenerezza e la solidarietà di chi si prende carico fino in fondo delle sofferenze e delle difficoltà degli altri, portando consolazione, speranza e il
coraggio di perseverare nel cammino del Signore e della vita”.

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