IL CAFFE’ LETTERARIO “SBARCA” A POZZALLO

Ci sono uomini che vivono esistenze schiacciati dal peso della loro umanità. Nella menzogna reiterata, nell’offesa ribadita, nell’incapacità incaponita. Ci sono uomini che vivono la grazia del loro esser “uomo” con la leggerezza propria di chi sa volare alto e sanno esser amico,  padre,  maestro, osservatore fine e appassionato. Ferdinanado Quinto Sigona volava.

Il Caffè Letterario “S: Quasimodo” di Modica, che quest’anno ha allargato i suoi confini a Ispica e Pozzallo proprio nella cittadina di mare, a Pozzallo, ha incontrato l’uomo Sigona e ne ha tracciato un affresco a tinte forti che ha lasciato in coloro che hanno saputo ascoltare il rammarico di non aver conosciuto personalmente l’uomo Ferdinando, il Maestro Sigona, il cronista,il poeta, l’amico.

Ma negli interventi dei relatori il profilo tracciato riassume una figura importante. E proprio il Presidente del Caffè ha ribadito con Catone : “nescit vox missa reverti una voce , una volta emessa non può più tornare indietro. Ferdinando Quinto Sigona era una voce di queste. L’incontro di sabato a Pozzallo – ribadisce Pisana – non è stato un esercizio di retorica memoriale ma un incontro voluto nella consapevolezza che la memoria aiuta a riflettere, sognare, purificare lo spirito”.

Tra i relatori a Grazia Dormiente sono stati assegnati i colori per tracciare dell’uomo Sigona  sfumature forti ed abbozzare il profilo di un uomo nella sua avventura tra ricerca ed impegno civile. “ non è una commemorazione ma un abbraccio simbolico al nostro concittadino. Quella di Sigona – afferma la studiosa – è una presa di posizione, appassionante, feconda, sull’utilità della storia locale. Sigona con il suo lavoro di ricerca ha saputo scongiurare dispersioni  e irreparabili cancellazioni. Egli è riuscito a desumere nomi, volti e vicende destinate all’oblio.”

Con Lucia Trombadore si è entrati nel terreno della poesia. Alla studiosa il compito di tracciare il profilo del Poeta Sigona. “ lette le liriche del Poeta ho avuto la netta sensazione che mi si svelava un mondo. Nella ricchezza dei contenuti, il registro della gioia che in lui prevale diventa viatico per la gioia ritrovata in chi sa leggere”. A Tino Iozzia il compito di tracciare il profilo del cronista Sigona. “ la figura del cronista è importantissima nel nostro lavoro: ma con lui diventa fondamentale perche è stato capace di precisione e puntualità”. Numerosi gli interventi che si sono susseguiti interrotti purtroppo solo sporadicamente dal suono e dal canto di Antonella Vindigni al pianoforte, di Salvatore Alcaras, baritono e di Giovanni La Furla al sassofono.

Alcune liriche sono state poi lette dalla compagnia “controscena” di m Modica. Dunque abbiamo ascoltato la figlia Sara, l’amico Attilio Sigona ed infine dell’artista Vindigni. Una serata ricca non di ricordi e memoria ma soprattutto di esempio pratico, tangibile di come orme lasciate sul percorso di una vita non vengono cancellate né sbiadite nel passaggio dalla vita alla morte.

Marcella Burderi

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