I “NUOVI POVERI” DELL’ENAIP DI RAGUSA ENTE EMANAZIONE ACLI

La povertà non è un concetto astratto, ma si incarna in persone che versano in condizioni caratterizzate da varie forme di deprivazione, e solo entrando in relazione con esse, ascoltandole e cercando di mettersi nei loro panni è possibile comprendere la situazione in cui si trovano e capire come superarla. Senza l’incontro con chi vive una situazione di povertà ogni conoscenza rischia di essere non solo parziale e approssimativa, ma anche fuorviante e inefficace per l’intervento. Motivo per cui, lo dico da sindacalista che ogni giorno è a stretto contatto con molte famiglie che vivono forti disagi, ritengo che i convegni in merito a temi come la “povertà”, il “disagio”, il “rilancio dell’occupazione” rimangono solo parole e semplice apparenza.

In merito a ciò, facendo un esempio concreto, mi ricollego al convegno sulla povertà tenutosi ieri a Villa Dipasquale e organizzato dalle Acli provinciali di Ragusa, alla presenza del Presidente Nazionale delle Acli e del Vice Presidente Nazionale della medesima associazione che incarna i principi e i valori cristiani.

Mentre loro, dirigenti di questa associazione, parlavano di “povertà”, fuori ci stavano i dipendenti che sono stati licenziati dai dirigenti dell’Enaip di Ragusa, ente di formazione delle Acli. Licenziamenti illegittimi. Il personale di codesto Ente di Formazione è stato licenziato perché, dopo aver incontrato l’Assessore Regionale alla Formazione Professionale, Nelli Scilabra che ha mostrato gli atti che affermavano il pagamento da parte della Regione di tutto il finanziamento fino al 31/12/2011,  hanno giustamente chiesto i loro emolumenti attraverso vie legali, ovvero con i decreti ingiuntivi. E si licenziano i dipendenti, quasi tutti del sindacato Snals Confsal (sindacato che si è sempre opposto alle scelte dell’Enaip di Ragusa) perché nel decreto ingiuntivo il calcolo della somma è stato fatto a lordo (come prevede la sentenza della Cassazione) e non al netto. Capite bene che da uno che è stato Presidente provinciale della Acli, il Sig. Rosario Cavallo, che è anche vice presidente e direttore dell’Enaip non ci aspettavamo questi atteggiamenti discriminatori e poco “solidali”. E’ assurdo che chi chiede il rispetto dei propri diritti viene licenziato. Ed è ancora più assurdo che i dirigenti dell’Enaip, nonostante nel 2007 avevano dichiarato lo stato di crisi dell’Ente, hanno assunto la Sig.ra, Simona Licitra (neo Presidente Provinciale delle Acli), nel 2009 quando la Regione aveva stoppato le assunzioni al 31/12/2008. Ovviamente la sig.ra in questione con l’aggiornamento dell’Albo dei lavoratori della Formazione Professionale è stata esclusa dal settore. Capite che è poco credibile una persona che organizza convegni sul lavoro dichiarando che bisogna far fronte ai licenziamenti e convegni sulla “povertà” dichiarando che bisogna far fronte a tutte le emergenze dopo aver permesso il licenziamento dei dipendenti dell’Ente che dirige. Tra l’altro, voglio precisare che è gravissimo il fatto che vengono licenziate persone Rsa che per legge non possono essere licenziate per la funzione sindacale che svolgono. Per non parlare di tutti i provvedimenti disciplinari di cui queste persone sono state oggetto. Una vera e propria persecuzione che le Acli dovrebbe fortemente condannare. Preciso che mia madre, dipendente dell’Enaip licenziata di recente, ha vinto una causa contro l’Enaip in quanto ha ricevuto un provvedimento disciplinare con la motivazione “abbandono della postazione di lavoro”. Ovvero, si è alzata dalla scrivania per andare a chiedere ai commissari che stavano ispezionando l’Ente informazioni rispetto ai mandati di pagamento. Mi chiedo: un Presidente Provinciale delle Acli può emettere simili provvedimenti? Perdendo poi la causa e dimostrando che le sue belle parole sul lavoro e la povertà restano solo momenti di visibilità perché anche di fronte alla giustizia risulta essere in torto marcio. E in merito ai decreti ingiuntivi, voglio precisare che il giudice ha emesso la provvisoria esecutorietà delle somme, quindi di fatto ha dato ragione ai dipendenti.  Non comprendo, pertanto, il motivo di questi licenziamenti. Tra l’altro, è da mesi che i dirigenti dell’Enaip di Ragusa (è anche uscito un articolo su Link Sicilia in passato) intimoriscono il personale degli interventi formativi prefigurando ipotetici licenziamenti (smentiti dall’Assessore regionale che ha emesso una circolare con cui si dichiara che a chi minaccia il personale di licenziamento viene tolto l’accreditamento) con la legge 223/91 (legge che non prevede licenziamenti ma le liste di mobilità), posta in mobilità del personale e chiusura dell’Ente. Per non parlare della dichiarazione di impegno che i dirigenti dell’Enaip hanno fatto firmare ai singoli lavoratori in cui si chiede loro di non promuovere azioni giudiziarie per il recupero di somme relative allo stipendio del mese di settembre e dei ratei della tredicesima 2013 fino a quando l’assessorato non avrebbe erogato il 20% a saldo del finanziamento relativo all’avviso 20.  Queste sono azioni in difformità con quanto l’Ente dichiara nell’atto di adesione (atto necessario per ricevere i finanziamenti) in cui a prescindere dal finanziamento l’Ente è in obbligo ad applicare il CCNL che prevede che entro il 10 del mese successivo venga corrisposta la retribuzione mensile.

Pertanto, di fronte a tutto ciò appare assurdo e ridicolo che questa gente si riunisce attorno ad un convegno per parlare di temi che nella realtà disconoscono.

E con grande rammarico che ieri, quando i dipendenti licenziati dall’Enaip di Ragusa insieme ai dipendenti dell’Enaip di Catania che sono stati “sospesi” per alcuni giorni (sempre perché hanno posto in essere decreti ingiuntivi contro l’ente) il Presidente Nazionale delle Acli si rifiuta di incontrarli, anche solo per ascoltarli.

Da un Presidente che rappresenta le Acli a livello nazionale mi sarei aspettata maggiore responsabilità e solidarietà nei confronti di persone che prima di essere lavoratori sono “esseri umani” e rappresentano oggi, a causa di questa situazione non voluta e creata da loro, i “nuovi poveri” della Formazione Professionale. Caro Presidente l’ascolto non si nega a nessuno. Queste sono persone che non prendono stipendi da mesi, che hanno subito la cassa integrazione anche se illegittima, che hanno subito una persecuzione netta attraverso i tanti provvedimenti disciplinari ricevuti, che hanno contratto debiti anche a fronte degli avvocati che hanno chiamato in loro difesa, che hanno perso la serenità in famiglia e a cui qualcuno ha tolto loro la dignità di essere umano ma sono persone che non si arrenderanno mai e porteranno fino alla fine le loro battaglie di giustizia. Allora sono io voglio ricordare al Presidente Nazionale e al Vice Presidente Nazionale delle Acli ciò che diceva Giorgio La Pira (che oltre a citare dovrebbero prenderlo ad esempio) “Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio”. E come deve avere tutto ciò una famiglia se l’Enaip, ente di emanazione Acli, licenzia marito e moglie che adesso restano senza reddito? Ecco a questi dipendenti hanno tolto tutto e a loro non interessano le belle parole che andate a professare in giro ma azioni concrete che dimostrano la vera azione delle Acli, l’associazione a difesa dei poveri, dei lavoratori, delle donne e dei giovani. Caro Presidente Bottalico, ma lei lo sa che i dirigenti dell’Enaip non hanno voluto accordare la richiesta di trasferimento presso la sede dell’Enaip più vicina all’abitazione di una persona che in quel momento doveva stare vicino alla figlia che si trovava in fin di vita? E in quel momento non c’era nemmeno attività corsuale. E dove sono finiti i principi e i valori di solidarietà e di cristianità delle Acli?

Noi non ci arrendiamo, andiamo avanti per la nostra strada con i nostri legali ed insieme alla magistratura che renderà giustizia a tutti questi soprusi. Facciamo appello alle istituzioni della nostra città e chiederemo un incontro al Prefetto, al Sindaco di Ragusa e al Vescovo alla presenza dell’Assessore Regionale alla Formazione che spiegherà quando e come sono stati pagati i finanziamenti all’Enaip (poi loro ci spiegheranno dove sono finiti questi soldi) che attribuisce le colpe alla Regione per non aver pagato nulla.

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