I GIOVANI DEL SEL ATTACCANO LA STAMPA A RAGUSA: “SERVI DEI PADRONI”

Duro attacco alla stampa locale da parte dei giovani del Sel che oggi hanno indetto una conferenza stampa presso i locali del City Bar a Ragusa.

L’incontro sarebbe dovuto essere un momento di dibattito e di dialogo per fare conoscere alla città la voce di questi giovani e i punti su cui intendono lavorare ed invece abbiamo assistito all’assenteismo massiccio dei nostri giornalisti: «ci rifiutiamo di sottostare all’inganno mediatico che non permette ai cittadini la pluralità d’informazione – ha esordito uno dei candidati Sel Gabriele Piccitto  – e siamo sempre più convinti che uno dei primi segnali forti per il vero cambiamento debba partire proprio dalla stampa, spesso troppo indulgente nei confronti della politica dello scambio e dell’affarismo».

Dello stesso avviso l’altro giovane candidato Francesco Schininà che ha denunciato la mistificazione della stampa dei successi del Sel: « il grande consenso che ha avuto ieri Nichi Vendola a Marina Ragusa si è tradotto in mezza pagina sulla Sicilia dedicata al sottosegretario di “La destra” Musumeci: « delusi dal totale disinteresse dei media locali abbiamo trovato la nostra forza nel web – ha affermato Schininà – dove ogni giorno raccogliamo consensi di tanta gente stanca dei vecchi modi fare politica; su facebook nascono ogni giorno dibattiti e confronti, soprattutto con la fascia giovanile che va dai 18 ai 30 anni, e questo ci arricchisce enormemente perché, a differenza di altri, il contributo che noi vogliamo dare alla città non è quello dell’imposizione dall’alto bensì quello di rivedere il programma in base alle esigenze reali della gente».

Quale reale cambiamento ci si può auspicare se nel nostro paese continuano a predominare degli slogan che non rappresentano la collettività?

«Mi sono avvicinato alla politica grazie all’associazionismo – continua il candidato Massimiliano Tumino – perché solo con il lavoro dal basso mi sono riappropriato del vero significato di comunità: la politica è tenuta a fare questo, nient’altro che questo, lavorare per il bene della comunità senza perdersi in inutili giochi di potere».

«Basterebbe solo applicare quelle poche leggi che tutelano i diritti di ogni cittadino e soprattutto la dignità umana – prosegue Mariagiovanna Giummarra – una città che in materia di servizi sociali fa acqua da tutti i lati non può definirsi civile».

Stampa asservita, attacchinaggio selvaggio che non lascia a tutti i dovuti spazi elettorali, falsa democrazia perché non partecipata: «stiamo pensando di mettere su personalmente e con l’aiuto di chi è realmente interessato ad una società migliore, un network televisivo che possa finalmente garantire a tutti libertà in termini d’espressione e partecipazione».

 

 

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