I FORCONI RIPARTONO DA RAGUSA CON UNA SERIE DI INIZIATIVE MOLTO CONCRETE

Nuovamente in piazza per rivendicare azioni forti da parte della classe politica a difesa del mondo dell’agricoltura siciliana.

Il Movimento dei Forconi ha scelto di ripartire da Ragusa, una provincia modello fino a pochi anni fa, per l’economia delle piccole e medie imprese impegnate nel settore agroalimentare. Davanti l’Ente camerale in moltissimi hanno bruciato copia della loro partita IVA. Un gesto simbolico ma che non lascia spazi a molte interpretazioni. 

“Siamo a 26 suicidi dal gennaio del 2012 – afferma Mariano Ferro, leader del movimento – non abbiamo più la volontà di aspettare altri gesti estremi. L’economia è in ginocchio e nessuno dei politici se ne sta occupando. In Sicilia abbiamo un presidente che è distratto dalle proprie vicende giudiziarie, ci sono gli assessori che hanno snobbato i nostri problemi, nonostante le giuste rivendicazioni. È giunto il momento di svegliare i siciliani e gli imprenditori che non si ribellano. Vogliamo mettere in luce i principali motivi che hanno condannato l’economia siciliana al disastro, il mancato accesso al credito primo fra tutti. Oggi chiediamo al presidente della Camera di Commercio di Ragusa una presa di posizione netta e un impegno serio, quello di farsi portavoce delle nostre ragioni, magari coinvolgendo in un tavolo tecnico i nove enti camerali siciliani”. 

L’incontro fra Sandro Gambuzza e i protestanti si è svolto in tarda mattinata e non ha in realtà portato a grandi conclusioni. Davanti una sala gremita il presidente della camera di commercio ha fatto ben intendere che l’idea di coinvolgere le altre camere di commercio è di difficile attuazione e che lui, non essendo un politico, non ha la forza necessaria per promuovere iniziative di ampio respiro. Ha comunque invitato mercoledì pomeriggio una rappresentanza dei “forconi” a partecipare alla riunione del tavolo sviluppo lavoro per portare avanti le ragioni del movimento.

Nel corso della manifestazione di oggi Mariano Ferro ha annunciato l’adesione alla protesta del 28 maggio indetta dagli autotrasportatori, prefigurando un possibile nuovo blocco delle strade che questa volta coinvolga l’intera nazione. Altra decisione importante quella di scendere in politica, nell’ipotesi di imminenti elezioni regionali.

“Abbiamo deciso di non presentare liste per queste amministrative – spiega – perché non eravamo pronti, nonostante le individuali iniziative nel palermitano. Per le regionali il discorso sarà diverso. Lombardo, nel corso dell’incontro che ci ha concesso all’Ars, ha giustificato le azioni politiche portate avanti dicendoci che è stato eletto dal popolo e che se volevamo cambiare le cose avremmo dovuto farlo con il consenso del voto dei siciliani. Non so se ci riusciremo, non avendo fondi a disposizione ma, per cancellare questa classe politica, dalla protesta nelle strade dovremo attrezzarci per fare pulizia nei palazzi ed eliminare tutta quella feccia che ha determinato lo sfascio della Sicilia”.

 

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