GRAZIE MONTALBANO, GRAZIE SIRONI. UNA NUOVA PUNTATA E TANTA PROMOZIONE PER IL TERRITORIO

Un caso su cui indagare e una soluzione da trovare in un “Covo di vipere” in cui omertà e interessi si intrecciano tra loro. Il primo dei due nuovi episodi de “Il commissario Montalbano” è andato in onda su Raiuno ieri sera trovando, come sempre, una larghissima fascia di telespettatori, più di 10 milioni con uno share di oltre il 40%. In bella mostra, grazie al bravissimo regista Alberto Sironi e al direttore della fotografia Franco Lecca,  gli straordinari paesaggi della provincia iblea, la Vigata televisiva, da Ragusa, con una straordinaria vista di Ragusa Ibla, a Scicli, da Modica, con il duomo di San Giorgio, a Donnalucata e naturalmente a Punta Secca con la bellissima casa del commissario. Insomma tanta pubblicità gratuita per il territorio ragusano.

E a nostro avviso sarebbe stato opportuno, per il Comune di Ragusa, trovare l’intesa con la Rai per trasmettere lo spot di promozione turistica che l’ente pubblico ha prodotto qualche settimana fa, costato 10 mila euro, e finora diffuso soltanto sui social (anche se con straordinari numeri di visualizzazioni). Un passaggio sulla Rai, proprio all’interno della fiction, avrebbe sicuramente permesso un effetto moltiplicatore in fatto di promozione considerato che ci saremmo rivolti al grande pubblico, e, come ci dice oggi l’Auditel, al 40% della platea televisiva. 

Tornando alla puntata della serie tv, insieme con Luca Zingaretti, sono tornati i volti storici della serie, ossia Liva, la storica fidanzata del commissario interpretata come nei due precedenti episodi da Sonia Bergamasco, Giuseppe Fazio, l’ispettore del commissariato di Vigata interpretato da Peppino Mazzotta, Mimì Augello, il vice-commissario interpretato da Cesare Bocci, l’agente Catarella, interpretato ancora una volta da Angelo Russo, e poi l’insostituibile Marcello Perracchio nei panni del dottore a cui Montalbano rompe sempre più spesso i “gabbasisi”. Accattivante la trama di ieri, con un caso che diventa difficile perché, grazie alla testimonianza dei figli della vittima, Montalbano scopre che Barletta era tutt’altro che una persona rispettabile.

Un successo globale, quello di Montalbano, visto che è stato trasmesso in 60 Paesi. “Sono fiero di essere fermato per questi film all’estero”, ha detto l’attore mentre si stanno già “revisionando con grande gioia le sceneggiature per iniziare le riprese di due nuovi episodi in primavera con messa in onda l’anno prossimo”.

Ieri sera per la prima volta nella serie tv è stata protagonsita anche Valentina Lodovini, attrice umbra, che predilige il grande schermo, e che pondera con molta attenzione i progetti a cui partecipare. A Donna Moderna si è “confessata” così: 

-Com’è stato entrare nel mondo di Montalbano?
Divertente, molto divertente!

-È una fan della serie?
Mi attrae la qualità e in questo caso stiamo parlando di un prodotto che unisce letteratura e televisione. Quindi sono una fan sfegatata.

-Che cosa l’affascina?
Le storie e i dialoghi. Per deformazione professionale li considero un po’ la spina dorsale di un film e in questo caso di una serie, ma mi intrigano anche gli esseri umani che animano queste storie, non dei semplici personaggi, esseri umani con tutto il loro bagaglio denso di complessità psicologiche, appunto come siamo tutti noi: un giorno possiamo essere sereni, un altro possiamo commettere degli errori. Trovo anche interessante come viene declinato il male, in Montalbano non c’è retorica.

-Che cosa le piace di Salvo Moltalbano?
La sua umanità. Spesso quando si raccontano i poliziotti vengono tratteggiati da una parte come eroi, dall’altra come degli uomini di legge che sono fuorilegge. Invece Salvo è un insieme di cose.

-Secondo lei perché piace così tanto alle donne?
Non lo so. Il fascino è determinato da tanti fattori. È difficile dirlo, è un mistero. Ognuno trova la caratteristica da cui è più attratta.

-Lei da cosa è infatuata?
Dall’universo di Montalbano. Fondamentalmente sono innamorata della scrittura e della genialità di Andrea Camilleri.

-A quale titolo è legata?
Lo giuro non è costruito a tavolino, al Un covo di vipere. Ebbene sì, è il mio romanzo preferito, lo adoravo anche prima che il regista  mi chiamasse per interpretare la parte di Giovanna.

 

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