GIORNATA DELLA MEMORIA: MEDITIAMO SU QUEL CHE E’ STATO!

27 gennaio 1945-27 gennaio 2014: trascorsi 69 anni da quando le truppe russe entrarono nel campo di concentramento di Auschwitz, liberandolo dalla malvagità che aveva regnato sovrana, lì e nell’Europa tutta, per anni definibili da vero incubo.

La Giornata della Memoria, istituita nel luglio del 2000, ai sensi della Legge 211, ci pone davanti ad una riflessione verso una delle pagine più agghiaccianti della Storia Moderna, lanciando degli input per rendere attuali quegli orrori e non ritenerli semplice frutto di una follia irripetibile.

Uno degli aspetti più raccapriccianti della macchina da guerra nazista fu proprio quella sorta di “normalità” con la quale si compì la tragedia di Ebrei, Zingari, minoranze etniche e religiose, omosessuali. Gli stessi esponenti delle SS erano delle persone normali che amavano le loro famiglie, andavano in chiesa per seguire le varie funzioni e quotidianamente andavano al lavoro timbrando il cartellino. Peccato però che il loro lavoro consistesse nel contribuire a quel lento e logorante sterminio di uomini reputati “diversi”!

E’ importante uscire dall’idea deformata e distorta del diverso e iniziare a reputare il valore umano come l’unica priorità necessaria; Auschwitz e Birkenau non sono poi così lontani da noi se pensiamo al trattamento che l’Italia riserva agli immigrati che continuano a sbarcare sulle nostre coste e trattati come esseri inferiori, un po’ come i malati o i portatori di handicap che, durante la deportazione nazista, erano ritenuti un peso per la società, quindi andavano presto eliminati per il bene del popolo.

Ricordare la Storia, legare il passato al presente, non è un puro atto di memoria piuttosto un insegnamento da divulgare per reagire ad ogni tipo di pregiudizio. Una memoria, dunque, che deve basarsi essenzialmente sull’impegno. Ricordiamo, a tal proposito, i lavoratori precari e i disoccupati il cui numero, in questi ultimi tempi, si è notevolmente ingigantito, il pericolo di un ritorno al nucleare, le vittime uccise dalla mafia e di tutti quelli uccisi dalla volontà dei potenti.

Ogni anno mi chiedo se è davvero sufficiente un giorno, “riconosciuto giuridicamente”, cioè istituzionalizzato, per commemorare una macroscopica catastrofe come la Shoah. Commemorare non significa soltanto “ricordare in modo solenne”, ma richiamare al cuore, sentire intimamente che qualche cosa di veramente grave è avvenuto. Indubbiamente, a molti la sciagura della Shoah lascia del tutto indifferenti e così tante altre tragedie contemporanee che imperversano…. nonostante tutto. Per altri, la Memoria STORICA svolge un ruolo fondamentale perché consente di prendere coscienza ed agire di conseguenza. Per questo motivo ritengo che non basta un giorno, assolutamente NO!….. Occorre tutto il tempo: ogni attimo, ogni momento è buono e adeguato. I milioni di persone finite nel fumo…esse sì … ci interpellano SEMPRE e ci ammoniscono….MAI PIU’!  L’augurio, dunque, è che soprattutto i giovani, che rappresentano il nostro FUTURO, non dimentichino ciò che è stato e che, piuttosto, grazie alla Memoria, basata sull’impegno e sulla resistenza contro i preconcetti, possano diventare cittadini attivi, agenti di cambiamento della società.

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