FUTURO DELL’UNIVERSITA’ IBLEA: “E’ IL MOMENTO DI SIGLARE UN ACCORDO UNICO PER IL BENE DEL TERRITORIO”

 

“Ritengo incomprensibile e assolutamente rischiosa l’attuale situazione inerente la convenzione universitaria che bisogna firmare con l’Ateneo di Catania e senza cui la facoltà di Lingue e letterature straniere di Ibla andrebbe inevitabilmente a chiudere e stavolta in via definitiva”. Lo dice la dirigente provinciale dell’Udc, Sonia Migliore, che interviene sulla delicata questione.

“Tengo peraltro a ricordare, per chi non lo avesse ancora capito – aggiunge Migliore in un documento rivolto ai commissari di Comune di Ragusa e Provincia regionale – che tale accordo transattivo va firmato entro il 31 gennaio 2013, quindi tra quindici giorni e non tra quindici anni. Gli sforzi fatti per “recuperare” rapporti civili e di serenità con il rettorato di Catania, avvenuti tramite il ritiro del ricorso; la velocissima approvazione delle modifiche dello Statuto; il recupero delle somme da versare al Consorzio da parte di Comune e Provincia e che di conseguenza servono per essere versate all’Ateneo; la difficile interlocuzione dovuta anche alla presenza dei commissari che a volte non si sono mantenuti sui “binari” dell’ordinaria amministrazione: rischiano di risultare vani se si considera anche il momento buio delle casse degli enti pubblici, le dimissioni del rettore Recca e la gravissima fase di confusione e disattenzione della classe politica che pare essere completamente assorbita dalle continue tornate elettorali. Sforzi che risultano ancora più vani nel momento in cui, mentre tutto sembrava concluso, ci troviamo con ben due bozze di convenzione (se non addirittura tre) elaborate rispettivamente da Comune e Provincia che pare abbiano determinato un attrito di posizione tra i due relativi enti sottoscrittori che, chiaramente, difendono “interessi di cassa diversi”.

E’ una situazione gravissima che va stigmatizzata a gran voce, perché determina uno stato di fatto intollerabile per i cittadini iblei, per gli studenti e le loro famiglie che pagano le tasse per studiare, per i lavoratori del Consorzio, per l’intera economia iblea e per quello che la politica ragusana aveva scelto e per cui ha versato ingenti somme negli ultimi vent’anni circa, per mantenere e sostenere l’Università, somme che ricordo appartengono a tutti i cittadini della provincia e della città di Ragusa”.

“In tutto questo – continua Migliore – ricordiamo che, mentre alla Provincia approva solo il commissario, al Comune di Ragusa esiste ancora un Consiglio che si deve ancora esprimere sulla convenzione da firmare: cosa fa l’Ateneo di Catania quando si vede pervenire due convenzioni differenti? Che figura ci facciamo e che credibilità può avere un territorio in cui i due principali soci fondatori e sostenitori dell’Università iblea non riescono a mettersi d’accordo tra di loro? E soprattutto che figura ci facciamo dopo le battaglie condotte dall’ex rettore Recca con l’Ateneo di Catania per assicurarci la facoltà di Lingue che, lo ricordo, non è il semplice corso di laurea? Nella considerazione, tra l’altro, che dobbiamo “resistere” ancora pochi mesi perché siamo ad un passo dall’autonomia economica della nostra facoltà. L’Università, oggi, è un dato di fatto e una splendida realtà iblea che va al di là del momento e che deve essere vista e inquadrata con lungimiranza politica: non è possibile avere investito decine e decine di milioni di euro sull’Università e poi quasi alla fine del percorso dire “scusate abbiamo giocato”. Tra qualche mese il Comune e la Provincia avranno finalmente nuove amministrazioni democraticamente elette e saranno loro a curare con “l’anima di chi ama una città” lo sviluppo dell’Università o saranno loro ad assumersi la responsabilità politica di chiuderla. Nel frattempo invito i commissari di Comune e Provincia a mettersi d’accordo e, assieme al Consorzio, siglare un accordo unico con l’Ateneo catanese entro pochi, anzi pochissimi giorni, per il bene del territorio. Altrimenti dicano apertamente che per loro l’Università è una partita chiusa”.

 

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