Fra caro bollette e inflazione, le piccole e medie imprese siciliane sono in grande difficoltà anche a reperire figure professionali

E’ un momento di grande difficoltà per le piccole e medie imprese siciliane. E non se la passano meglio neanche le pubbliche amministrazioni. E’ questo l’impietoso quadro stilato per il 2023 dall’Osservatorio economico di Confartigianato Sicilia. Ragusa, tra l’altro, è una delle città con il maggior caro-bollette della Sicilia.

L’inflazione a gennaio 2023 in Sicilia segna un incremento del +11,9. I prezzi al consumo di elettricità, gas e altri combustibili registrano una crescita del +65,4%, E a giugno 2022, per quanto riguarda il costo del credito, il tasso applicato alle Mpi si attesta all’8,33%, rispetto al tasso del 4,34% applicato alle medio-grandi e si rischia un impatto sul costo del credito per le Mpi siciliane di 178 milioni di euro.

Le Amministrazioni comunali dell’Isola impiegano in media 46 giorni per effettuare un pagamento e questo posiziona la Sicilia tra le prime tre regioni d’Italia con tempi più dilatati.

LA FOTOGRAFIA DEL REPORT: ALCUNI DATI


Parliamo di Pil. Nel 2022 il PIL siciliano segna un +2,4%. Per il 2023 si prevede un rallentamento del trend (-0,4%), con un valore del PIL che resta al di sotto del livello pre-pandemia (-2,1%).

L’inflazione segna a gennaio 2023, in Sicilia, un incremento a doppia cifra del +11,9%, dinamica che rallenta rispetto a quella del mese precedente (+14,2%) ma che resta ancora sopra di 6,4 punti rispetto ad un anno fa. Tra le province – analisi possibile su 6 di 9 per disponibilità dei dati – tale incremento risulta più sostenuto a Catania (+12,6%), Palermo (+11,7%) e Messina (+11,5%).


RAGUSA PAGA IL CARO ENERGIA

Alla crescita dei prezzi sta contribuendo in modo particolare, seppur in misura minore rispetto ai mesi precedenti, la dinamica sostenuta dei prezzi dell’energia: i prezzi al consumo di elettricità, gas e altri combustibili in Sicilia a gennaio 2023 registrano un incremento del +65,4%, inferiore al +126,1% registrato un mese prima ma sopra di 14,2 punti rispetto al trend di un anno fa. A livello provinciale aumenti più elevati si osservano per Catania (+68,7%) e Trapani (+66,0%).
Per il caro bollette si stima, nel 2022 rispetto all’anno precedente, una maggiore spesa per le Mpi siciliane di 1.384 milioni di euro di cui 326 mln a Catania, 305 mln a Palermo, di 192 mln a Messina, di 130 mln a Trapani, di 119 mln a Ragusa, di 104 mln a Siracusa, di 103 mln a Agrigento, di 67 mln a Caltanissetta e di 40 mln a Enna.

Al contrario delle dinamiche viste fino ad ora la domanda di lavoro tiene e nei 3 mesi di febbraio, marzo e aprile dell’anno resta tonica: le entrate previste dalle imprese siciliane con dipendenti per il periodo febbraio-aprile 2023 sono il 17,1% in più rispetto ad un anno fa. Il 77% delle entrate sono previste da Mpi. Tale evidenza è da leggere in positivo vista la maggior propensione delle imprese di piccole dimensioni verso contratti stabili. La domanda di lavoro risulta anche più vivace proprio in queste realtà dove cresce, rispetto allo stesso periodo di un anno fa, del 24,2%.


QUALI SONO LE FIGURE DI LAVORO DA REPERIRE

Al contempo resta elevata la quota di entrate difficili da reperire che a febbraio di quest’anno si attesta al 40,3%, in salita di 5,8 punti rispetto a un anno prima (34,5%). Tale problematica è più sentita dalle imprese artigiane e le MPI per le prime, nel 2022, la quota di introvabili si attesta al 41,4%, sopra di 6,9 punti rispetto a quella rilevata per le imprese non artigiane (34,5%) e di 11,6 punti rispetto alla quota di un anno prima; mentre per le seconde, le MPI, la quota di entrate difficili da trovare nel 2022 si attesta al 36,8% sopra di 1,5 punti al 35,3% del totale imprese.

Le professioni a maggior vocazione artigiana più ricercate dalle MPI siciliane e che più fanno fatica a trovare sono: Muratori in pietra, mattoni, refrattari, Conduttori di mezzi pesanti e camion, Elettricisti nelle costruzioni civili e professioni assimilate, Autisti di taxi, conduttori di automobili, furgoni e altri veicoli, Tecnici della vendita e della distribuzione e Montatori di carpenteria metallica.
A livello provinciale questa problematica è più risentita dalle imprese di Caltanissetta (40,5%), Siracusa (38,8%) e Enna (37,9%).

Dall’analisi della demografia delle imprese si osserva come, a distanza di due anni, lo shock impresso dalla pandemia sulla natalità e mortalità delle imprese si sia riassorbito. Dopo il brusco stop del 2020 e il rimbalzo del 2021, con il 2022 il bilancio tra aperture e chiusure torna su valori medi degli ultimi quindici anni, attestandosi a 2 mila attività in più tra gennaio e dicembre. A questo saldo corrisponde una crescita dello 0,50% più contenuta rispetto al +1,63% del 2021. A livello provinciale tassi più elevati si sono registrati per Palermo (+0,81%), Messina (+0,64%) e Catania (+0,61%). Per l’artigianato il tasso di crescita 2022 si attesta al +0,24%, con valori più elevati registrati per le province di Palermo (+1,39%), Ragusa (+0,69%) e Siracusa (+0,51%).


COSTRUZIONI: A CAUSA DEI CREDITI INCAGLIATI DEL SUPERBONUS SI RISCHIANO POSTI DI LAVORO ANCHE A RAGUSA

Alle ottime performance di crescita del 2022 ha contribuito in misura maggiore il settore delle Costruzioni, che nel nostro territorio ha visto il valore aggiunto registrare l’incremento maggiore di +28,6%, rispetto al pre-pandemia. La spinta verso l’alto è conseguenza che scaturisce anche dalla messa in campo di bonus: in Sicilia il Superbonus 110% ha attivato il 73,8% del valore aggiunto del settore.
Ad oggi nella regione a causa della situazione delle imprese del settore con crediti fiscali incagliati risultano a rischio 11mila posti di lavoro delle Mpi delle Costruzioni di cui 2.520 a Catania, 2.320 a Palermo, 1.700 a Messina, 990 a Ragusa, 350 a Trapani, 820 ad Agrigento, 810 a Siracusa, 550 a Caltanissetta e 360 a Enna.

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