FONDI EX INSICEM, CONTINUA IL SILENZIO

Pmi Ragusa, con il suo presidente Roberto Biscotto, torna sulla questione dei fondi Ex Insicem per denunciare ancora una volta il silenzio sceso su questa opportunità di sviluppo per le imprese iblee. Dichiara il presidente: “Abbiamo avuto modo di spiegare pubblicamente che vi erano delle inesattezze nel bando che non potevano restare sotto silenzio altrimenti si sarebbe caduti in una pura e sterile demagogia. Abbiamo denunciato che il bando della provincia di Ragusa era poco trasparente, presentava elementi di non fattibilità e non era aggiornato alla legislazione vigente. Che nonostante nel primo bando erano indicati gli istituti di credito convenzionati e i Confidi che avevano aderito e che erano anche specificati con chiarezza i costi della garanzia trattenuti dai Confidi, lo stesso bando funzionò solo in parte perché le banche convenzionate declinarono tutte le istanze presentate dalle imprese che avevano come finalità il ripianamento delle esposizioni debitorie con altre banche. Figuriamoci se avesse funzionato un bando che non indicava gli istituti di credito disponibili a sostenerlo e a finanziare le imprese il cui merito creditizio, tra l’altro, dovrebbe essere valutato in parte dall’organismo di garanzia e che non specificava i costi che le stesse imprese si sarebbero dovuto sobbarcare; insomma che rischiava di non presentare nessuna praticabilità anche nel caso in cui lo stesso organismo di garanzia avesse dovuto esitare positivamente le pratiche. Inoltre, avevamo puntualizzato il fatto che chi aveva predisposto l’avviso evidentemente non era al corrente della legge di stabilità 2012 del governo Monti che prevedeva da gennaio 2013 la richiesta d’ufficio del certificato Antimafia e del DURC, nel caso specifico da parte dell’amministrazione provinciale, quindi cosa avrebbe dovuto allegare l’imprenditore nella domanda? Avevamo aggiunto infine che se si vogliono veramente dare speranze concrete alle PMI della provincia iblea, l’unica strada da seguire è la condivisione tra le organizzazioni di categoria e gli istituti di credito del territorio. Altrimenti si sarà trattato di un altro flop e quella dei fondi ex Insicem sarebbe continuata ad essere una favola. Era il 2 novembre 2012 quando abbiamo detto queste cose. Sono passati sette mesi e tutto è rimasto come prima, anzi peggio di prima perché il silenzio che è calato fa tanto rumore e continua a seminare delusione nel mondo economico o quanto meno in chi, ancora oggi, spera che si possano sbloccare questi otto milioni di euro che giacciono nelle casse della provincia. Di fronte a tutto questo dobbiamo anche assistere alla patetica difesa del dirigente dell’ente che invece di rispondere seriamente alle legittime istanze delle imprese, ha pensato di querelare il sottoscritto per cosa? Quale sarebbe l’unica mia colpa, quella di avere rotto il silenzio sulla vicenda, di avere denunciato che quella dei fondi Ex Insicem rischia di essere una roba per pochi intimi sponsorizzati politicamente e di avere fatto riferimento proprio al dirigente in questione come espressione della vecchia politica invece che un tecnico? Caro dirigente, se per lei la verità è scomoda per noi no. Quindi pronti a difenderci in tribunale ma pronti anche a denunciare ancora una volta questa insipienza che sta trasformando una bella opportunità di sviluppo in un ennesimo fallimento”. 

            

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