Fallimenti, pignoramenti e decreti ingiuntivi: “Ma le esecuzioni non dovevano essere congelate?”

“Siamo allibiti. Ma è mai possibile che non si riesca a gestire questo momento di crisi nera con un minimo di oculatezza? Non è possibile che accada quello che sta accadendo. Anche nella nostra città. Attività chiuse per volere del Governo nazionale e regionale, un intero Paese bloccato, come sappiamo tutti; e, ancora, il Pil ai minimi storici e, di contro, le esecuzioni giudiziarie che vanno avanti senza problemi. Un’assurdità”. E’ il senso della denuncia lanciata dal segretario cittadino di Reset Vittoria, Alessandro Mugnas, che si appella alle istituzioni, a tutti i livelli, in primis alla Prefettura di Ragusa, dopo avere raccolto una serie di segnalazioni in tale direzione. Mugnas esprime tutta la propria indignazione.

“Non si capisce che cosa si stia facendo – continua – perché alla fine ci sarà un Paese per pochi, con attività fallite e gente che avrà perso tutto. Insomma, ci troviamo alle prese con una situazione complessa gestita politicamente da incompetenti. Una realtà, come può essere la nostra, quella vittoriese, in piena crisi pandemica, non si rilancia facendo fallire il popolo, senza bloccare le procedure esecutive di qualsiasi genere esse siano. Sappiamo che a Vittoria, da questo punto di vista, tocchiamo un tasto sensibile.

E’ proprio qui che si sono verificate situazioni pesanti e tragiche proprio con riferimento alle aste giudiziarie. E, adesso, che il quadro complessivo è molto più pesante, che cosa si sta facendo? Si continua ad andare avanti, dopo un piccolo periodo di tregua, come se nulla fosse?

Istanze di fallimento, pignoramenti e decreti ingiuntivi vanno avanti senza tregua, senza alcun tipo di freno. Tutto ciò non è sopportabile. Tutto ciò è incomprensibile. Tutto ciò non è degno di una nazione che si definisce civile. Chiediamo il congelamento delle procedure esecutive, a qualsiasi titolo, che riguardano aziende vittoriesi, artigiani, piccoli imprenditori. Tutto dovrà essere spostato a quando la morsa della pandemia avrà allentato un poco la presa. Altrimenti ci troveremo a confrontarci con una desolazione economica senza precedenti. Da cui poi, sarà difficile tornare a riprendersi”.

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