Estate incerta per i percettori del reddito di cittadinanza. La riforma toglierà l’assegno a 150.000 siciliani

Secondo quanto deciso dal governo Meloni, i quasi 500.000 siciliani che ricevono reddito e pensione di cittadinanza dovranno rinunciarvi per cercare lavoro. La prima certa ed immediata conseguenza , in una Sicilia sempre più povera e precaria, delle prossime riforme del regime di sussidi, è quella di togliere l’assegno a almeno 150.000 persone, senza agire sul fronte dell’occupazione. E tutto ciò paradossalmente proprio nonostante l’attesa di una nuova stagione record nel turismo, dove la richiesta di lavoratori è in forte aumento. In sostanza, un’estate incerta attende i beneficiari del reddito e della pensione di cittadinanza siciliani.

Cosa succederà in Sicilia

La riforma del reddito di cittadinanza, chiamata Mia, sarà una misura di inclusione attiva basata su un risparmio di 3-4 miliardi di euro. La soglia di reddito Isee richiesta per accedere al sussidio verrà ridotta da 9.300 a 7.200 euro e l’assegno per gli occupabili sarà limitato a poco più di 375 euro. Tuttavia, la riforma comporterà numerosi tagli, come i contributi per affitti o figli, e limiterà la durata e le possibilità di proroga. In Sicilia, i primi a risentirne saranno i 198.663 occupabili, che avranno un anno per trovare lavoro, ma solo il 22,3% degli avviati ai tirocini sono stati assunti. Secondo i dati dello Svimez, la Mia comporterà un taglio netto ai sussidi destinati a nuclei familiari in povertà, compresi coloro che non sono riusciti a trovare lavoro a causa di una mancanza di formazione. In Sicilia, il 72,3% dei percettori di sussidi rischia di diventare disoccupato di lunga durata, il record in Italia, mentre la Calabria segue con il 70,1%.

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