Enormi rischi e imponenti carichi di lavoro per il personale sanitario. Venerdì sit-in unitario dei sindacati davanti al Giovanni Paolo II

Le segreterie nazionali di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa hanno indetto una giornata di mobilitazione di tutti i servizi pubblici dinanzi i luoghi simbolo della cura delle persone, a sostegno delle rivendicazioni dei lavoratori del comparto sanità, interessati da elevati disagi, imponenti carichi di lavoro ed enormi rischi. Per questo motivo, le organizzazioni sindacali comunicano che venerdì 13 novembre si terrà un sit-in, dalle 10 alle 12, presso il piazzale antistante l’ingresso del presidio ospedaliero “Giovanni Paolo II” di Ragusa. La comunicazione è stata inoltrata al prefetto di Ragusa e al direttore generale dell’Asp.

La vertenza trae origine dal delicato momento che i lavoratori del comparto sanità stanno vivendo a causa di elevate carenze di personale ed abnormi carichi di lavoro con turni massacranti ed elevati disagi lavorativi connessi anche all’incremento stratosferico della domanda di salute dei cittadini in conseguenza dell’accelerazione dei contagi da Covid-19. Per tali ragioni le organizzazioni sindacali chiedono a tutti gli interlocutori istituzionali di: assumere prontamente e stabilmente operatori sanitari per dare risposte immediate ed in sicurezza alle esigenze sanitarie della popolazione per contrastare la pandemia, curare la cronicità, le acuzie ed offrire servizi ambulatoriali, riabilitativi per la prevenzione e per l’assistenza alla lungodegenza; stabilizzare gli operatori precari; assicurare elevati livelli di protezione per garantire la sicurezza dei lavoratori; potenziare la medicina territoriale per garantire prevenzione e cura delle cronicità.

Al disagio del comparto sanità si associa quello vissuto da tutti i lavoratori dei servizi pubblici chiamati, per la peculiarità del lavoro, a dare assistenza, cura, servizi, informazioni, prestazioni e tutele a tutti i cittadini. I comparti delle Autonomie locali, delle Funzioni centrali, del Terzo settore, rivendicano a loro volta la tutela della salute e la sicurezza sul lavoro nonché assunzioni e rinnovi dei contratti.

Il blocco del turn over ed i recenti pensionamenti ordinari e per quota 100 hanno svuotato gli uffici ed i contratti vanno prontamente rinnovati, unitamente alla rivisitazione degli ordinamenti professionali, per adattare questi ultimi alle mutate esigenze organizzative delle amministrazioni e per garantire percorsi di crescita professionale e rimane grave che, per tutto ciò, non siano state previste le risorse finanziarie necessarie. Inoltre, non è pensabile che l’istituto del lavoro agile continui ad essere disciplinato da leggi e non dalla contrattazione. Esso deve essere regolamentato e reso esigibile a tutti i lavoratori, con diritto alla disconnessione, al buono pasto, all’indennizzo delle spese sostenute, con disponibilità di device per i lavoratori operanti in remoto.

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