Pietro Iozzia era spesso “taciturno, ma sempre sincero e serio. Rappresentava la solidità della nostra classe. La sua presenza silenziosa ma costante era rassicurante. Quando parlava, le sue parole erano sempre ponderate e significative. Oggi, Pietro è un agronomo e docente in pensione, con una carriera che riflette la sua passione per l’agricoltura e l’insegnamento”.

Giovanni Iaconinoto, “oggi agronomo, era il ragazzo buono che parlava piano durante le interrogazioni, tanto da dover essere ascoltato attentamente. Pippo Assenza, sempre professionale nell’arte di provetto commerciante, riusciva a vendergli anche l’impossibile e Giovanni non riusciva mai a dire di no”.

Pietro Sammito, “con le guance sempre colorite, era accomodante con tutti, portando allegria e serenità. La sua risata contagiosa e il suo spirito allegro rendevano ogni giornata più luminosa”.

Pierina Guccione e Graziella Monelli erano “spesso appartate, hanno vissuto il percorso scolastico in modo riservato, ma la loro presenza è stata comunque significativa. La loro amicizia profonda e il loro legame speciale erano evidenti a tutti”.

Salvatore Caruso, che non ha partecipato alla “reunion”, viene definito “assente non giustificato”. “Era un compagno socievole e sempre pronto a condividere una risata. La sua energia e il suo entusiasmo erano contagiosi. Era il compagno che rendeva ogni momento speciale con la sua presenza vivace”.

Santo Iabichino era “un ragazzo a modo, socievole con tutti, ha sempre contribuito a mantenere l’armonia tra noi. La sua capacità di ascoltare e comprendere gli altri lo rendeva un amico prezioso”.

Giorgio Iabichella era “elegante nei modi e amico con tutti. Oggi è un agronomo apprezzato. La sua attività, molto riconosciuta nel mondo dell’agricoltura moderna, è sempre alla ricerca di nuovi paradigmi. La sua classe e il suo stile, uniti al suo baffo, erano inconfondibili. Anche nei momenti di difficoltà, riusciva a mantenere una calma e una compostezza ammirevoli. Era sempre pronto a tendere una mano a chi ne aveva bisogno”.

Gregorio Catalano, oggi preside in pensione, ha diretto una scuola di Vizzini, città dove vive. “Proveniva da un’altra scuola, si è unito al gruppo al terzo anno e ha sempre amato tutti i suoi compagni senza invidia e senza pregiudizi”.

Enzo Belluardo, “sempre positivo e aggregante, riusciva sempre a regalare un sorriso a tutti. La sua energia e il suo spirito di gruppo erano fondamentali per la coesione della nostra classe. Era il compagno che rendeva ogni attività più divertente e stimolante”.

Grazia Cavallo era “elegante nei modi e nell’abbigliamento. Era la compagna di banco di Maria Barone. Rispettosa di tutti, rappresentava un esempio di classe e compostezza. La sua discrezione e il suo impegno negli studi la rendevano una figura di riferimento”.

Maria Salemi era “una ragazza compita, sincera e generosa, dai modi garbati e sempre disponibile ad aiutare chi era in difficoltà. Con i suoi lunghi capelli lisci e neri, che le coprivano le spalle, emanava una serenità rassicurante”.

Maria Barone era “una ragazza educata, dai modi tradizionali e rassicuranti. Il suo viso, sincero e severo, esprimeva serietà e impegno. Sempre unita a Grazia Cavallo, con cui divideva il banco, Maria non disturbava mai il lavoro dei docenti, mostrando rispetto e forte attaccamento alle regole”.

Poi un ricordo dei docenti e del loro ruolo fondamentale nella classe.
L’incontro è servito a rinverdire “cinquant’anni di storie e legami indelebili. Cinquant’anni dopo, ci rendiamo conto che l’amicizia che ci ha legato allora è ancora viva, resiste e sfida il tempo e gli anni. Cinquant’anni fa ci siamo diplomati insieme, ma oggi ci siamo ritrovati consapevoli del valore di quel percorso condiviso”.

E si è concluso con il ricordo delle parole di un docente, un professore che raccomandava sempre ai suoi allievi: “Rinsaldate i vincoli e superate i contrasti. Vogliatevi bene”. Una raccomandazione e un invito vivi e reali, oggi come cinquant’anni fa.

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