DIBATTITO SUL TURISMO: GRANDE ASSENTE LA POLITICA

Interessante tema scelto per approfondire le problematiche che caratterizzano il settore del turismo siciliano: la programmazione dello sviluppo turistico attraverso la formazione sulla cultura del sistema e la qualificazione delle infrastrutture. Ciò che premeva analizzare erano le aspettative sugli effetti del POR 2007 – 2013. Alla grande qualità dei relatori non è purtroppo corrisposta la presenza dei rappresentanti politici. Avvenimento molto sottolineato soprattutto perché emblema della reale situazione che gli imprenditori siciliani devono affrontare. È mancato quindi il necessario confronto tra la componente attiva del settore e la pubblica amministrazione. Ciononostante molti spunti sono partiti dagli interessanti interventi moderati da Nino Amadore, giornalista del Sole 24 ore. La tavola rotonda ha visto interloquire il Presidente Federturismo Sicilia, dott. De Luca, il Presidente Confindustria Messina, dott. Blandina, il Presidente Uftaa Europa, dott. Bevacqua con il dott. Fulco di KPGM Advisors e il Dirigente per l’area Sicilia di Intesa San Paolo. Ad una spietata analisi del comparto turistico, alla luce di una totale mancanza di programmazione da parte della Regione, è corrisposta una ipotesi di intervento futuro e una voglia di andare avanti. I dati sono chiari, negli ultimi anni i posti letto da 75.000 sono passati a 120.000, ma ciò non ha determinato una svolta del settore turistico. Secondo le stime di Federturismo le strutture siciliane lavorano solo al 30%, determinando uno stato di crisi. Le cause da ricercare sono molteplici, a partire dalla difficile amministrazione della Regione Siciliana. La prima anomalia è la suddivisione netta tra l’Assessorato alla Cultura con quello al Turismo che determina l’empasse in un settore che in realtà va a braccetto con le esigenze e le strutture appartenenti al campo della cultura. Altra anomalia è che sebbene il comparto turistico sia quello trainante dell’economia dell’isola, esso non viene mai considerato come una vera risorsa produttiva. Ciò che vorrebbero i principali esponenti del settore è l’assimilazione del settore turistico a settore prettamente industriale, bisognoso quindi di analisi economiche e conseguenti strategie operative. Un’altra necessità per il turismo è senz’altro convergere verso un sistema produttivo generale, non confinato ad un singolo settore. Poiché il turismo dev’essere inglobato in una filiera produttiva e come tale deve meritare un adeguato spazio nelle azioni di governo. Un provvedimento da tutti condiviso è la creazione dei distretti turistici, poiché la sinergia fra i diversi settori produttivi è senza dubbio un’arma vincente. Le imprese che lavorano in questo settore cercano insomma di sopperire alle mancanze strutturali e di andare oltre. Oltre ad  uno inefficace finanziamento politico, oltre ad una totale mancanza di servizi e ad una miope gestione dei beni archeologici e culturali che poi sono la base dell’attrattività della Sicilia nel mondo. Paradosso della nostra regione è che alle analisi, come per esempio quella dell’APQ del 2001, che certamente non individuava la necessità di un aeroporto ad Agrigento,  non segue un’azione politica che agisca coerentemente. Si auspica ad un modello Spagna, che è stato caratterizzato da una forte programmazione di base, alla quale sono seguiti i criteri di valutazione per gli interventi economici. Il successo è stato quello di individuare le carenze e le emergenze e di agire in quella direzione.

 

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