DA SEI MESI IL COMUNE DI RAGUSA NON ONORA LA CONVENZIONE CON L’ARTHAI

Da sei mesi il Comune di Ragusa non onora la convenzione con l’Arthai, l’associazione ragusana per la tutela degli handicappati e degli invalidi. Questo significa che se, entro la fine del mese, non ci saranno risposte, dopo i numerosi solleciti e richieste d’incontro inoltrati dai responsabili dell’associazione a palazzo dell’Aquila, l’Arthai, impossibilitata a corrispondere i rimborsi spesa agli operatori (assistenti sociali, animatori, accompagnatori) e a sostenere le spese vive come, ad esempio, la benzina per il pullmino utilizzato per il trasporto degli ospiti, sarà costretta ad interrompere la propria attività, fermando bruscamente il percorso di crescita e di socializzazione che, in questo momento, interessa da vicino diciotto diversamente abili. E’ il grido d’allarme che il presidente dell’Arthai, Anna Veninata, ha lanciato anche al vescovo di Ragusa, mons. Paolo Urso, ieri pomeriggio in visita alla struttura, su invito dei ragazzi, per ammirare il presepe realizzato in occasione delle prossime festività natalizie. “Dopo diciotto e più anni di attività – dice Veninata – saremo costretti a chiudere se non ci arriva qualche segnale da palazzo dell’Aquila. Abbiamo chiesto di avere delle interlocuzioni con il commissario straordinario. Ma al momento non c’è stata alcuna risposta. Il Comune, l’intera città, vogliono prendersi la responsabilità di fare chiudere un centro diurno e di aggregazione del genere?”.

L’Arthai opera dal gennaio 2011 presso i locali situati in via Beata Maria Schininà 5, avuti in comodato d’uso dallo stesso Comune. Il centro svolge attività socio-ricreative a favore di 18 diversamente abili di età compresa tra i 16 e i 50 anni, avvalendosi della collaborazione di figure previste dalla convenzione.

“Condivido le difficoltà – ha detto ieri il vescovo Urso durante la visita all’Arthai – che stanno attraversando sia questa che altre realtà simili. E’ importante che la società civile si faccia promotrice di una propria presenza, di un intervento concreto perché è qui che si gioca la civiltà di un Paese, di un popolo. Occorre caratterizzarsi sulla base di una solidarietà reale. Vedo questi ragazzi, gli operatori, le famiglie, tutti molto attenti. Vivono questa esperienza con grande forza interiore ma anche con tanta determinazione e parecchio coraggio. Per cui è realmente fondamentale che si possano aiutare queste realtà sostenendole anche economicamente perché pure in un simile momento di difficoltà possano sperimentare la vicinanza delle istituzioni e dell’intera città”.

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