Da sabato, le iniziative natalizie al Giovanni Paolo II

Prende il via sabato, all’ospedale Giovanni Paolo II, il programma delle iniziative natalizie allestito dall’ufficio diocesano per la Pastorale della salute di Ragusa in collaborazione con l’Asp. Il 14 dicembre, infatti, alle 17, ci sarà la santa messa in cappella con la partecipazione dell’associazione “Nati per crescere”. La celebrazione sarà animata dal direttore dell’ufficio diocesano, don Giorgio Occhipinti, e animata dal coro del santuario dell’Addolorata di Monterosso Almo. A seguire la benedizione dei bambini e del nuovo reparto di Neonatologia. Per l’occasione ci sarà la presentazione del bassorilievo in terracotta realizzato dal maestro Giovanni Scalambrieri che sarà donato all’Unità complessa di Neonatologia.

Domenica, invece, alle 10, durante la santa messa, è in programma la benedizione dei bambinelli da collocare in casa o nei presepi. La funzione cade in coincidenza con quella del Papa a piazza San Pietro che si tiene appunto lo stesso giorno. “La terza domenica di Avvento – spiega don Occhipinti – è contrassegnata dal cero rosa che ci invita a gioire per il Natale ormai vicino. Infatti, proprio l’indomani sarà dato il via alla novena”. Novena che, iniziando il 16 dicembre, proseguirà sino al 24, giornata della vigilia di Natale. Lunedì alle 18 ci sarà la santa messa al Pronto soccorso, martedì alle 16 la santa messa nel reparto di Pediatria / Ginecologia, mercoledì alle 16 la funzione religiosa è prevista nei reparti di Chirurgia e Ortopedia. Quindi, giovedì 19 alle 16 la messa nel reparto di Cardiologia e venerdì alle 16 nei reparti Medicina 1 e Medicina 2.

“C’è una parola – dice don Occhipinti – che si sente sempre più spesso quando si parla di nuove iniziative nei reparti: è “umanizzazione” ed esprime in modo concreto il tentativo, in corso ormai da qualche anno da parte dell’ufficio di Pastorale della Salute di passare dalla semplice cura di una patologia alla presa in carico globale della persona malata. Molti pazienti, infatti, soffrono di quella strana sospensione del tempo e dello spazio che si verifica nella corsia di un ospedale o nella sala di un day hospital, patiscono l’essere costretti a lunghe attese senza che nulla li distragga dal pensiero della propria condizione, risentono dell’isolamento dai propri cari e dagli ambienti familiari.

Molti dei medici che vivono ogni giorno a contatto con i malati se ne sono accorti e hanno iniziato ad occuparsi di questo tipo di disagio, consapevoli di quanto, negli ultimi anni, è emerso da numerosi studi, e cioè che l’ansia e lo stress dovuti all’ospedalizzazione aggravano le condizioni del paziente, lo rendono più vulnerabile e meno in grado di affrontare con la necessaria forza d’animo le terapie programmate per contrastare la malattia”.

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