CYBERSESSO O SESSO VIRTUALE. ILLUSIONE DI UNA SENSAZIONE DI PIACERE.

La ricerca del piacere, inteso in senso generale, rappresenta per l’individuo un rifugio da ogni tipo di tensione: stress, emozioni e sentimenti negativi e dolorosi. Nel caso specifico del piacere sessuale virtuale o on line, questo è vissuto come un aiuto per fuggire da relazioni intime che si è incapaci di gestire, dando l’illusione di poter controllare ogni tipo di difficoltà. Il Cybersesso diventa patologia e dipendenza quando è utilizzato per sfuggire ai problemi della vita quotidiana, da sensi di colpa, ansie e depressioni, quando diventa un pensiero costante e fisso ed anche unica forma di sessualità soddisfacente e, soprattutto, quando non si riesce facilmente a farne a meno, e ogni tentativo di eliminarlo o allontanarlo come pratica, si mostra fallimentare. Cosa si nasconde dietro il Cybersesso? Perché lo si pratica e preferisce al sesso reale? E’ un rifugio; chi vi si rifugia ha spesso una vita caratterizzata da forti sentimenti di vergogna, di bassa autostima e di credenze di base disfunzionali. Ognuno di noi ha un insieme di credenze, miti, valori di base intorno ai quali costruire il proprio senso di vita. In persone che praticano con compulsività il sesso virtuale, questo sistema di credenze è solitamente disfunzionale, ovvero è spesso collegato a sentimenti di vergogna, insicurezza e dolore che le rendono inabili e incapaci ad instaurare relazioni intime profonde e vere, sentendosi non meritevoli di amore o impossibilitate a donarlo. Date queste premesse, una relazione stabile, sicura e profonda con l’altro è impossibile. Come già detto, è il sentimento della vergogna ad essere quello più profondamente instaurato in queste persone. Il senso di vergogna si inizia a sperimentare da piccoli, quando determinati comportamenti vengono ripresi e regolati da genitori o figure accudenti. E’ un’emozione importante che aiuta a sviluppare la differenza fra comportamenti sociali accettabili e non. Se però la sperimenta in maniera esagerata e continua, il bambino arriverà a sentirsi frustrato ed umiliato, e crescendo imparerà, come conseguenza, a vivere il confronto con gli altri sempre in maniera dolorosa e conflittuale e l’unica via d’uscita sarà rappresentata dalla ricerca continua del piacere, visto come allentatore e fuga dalle frustrazioni. Ovviamente la disfunzionalità che c’è alla base, come già accennato, non permette una ricerca di piacere “sano”, ma disfunzionale, patologico e illusorio. La terapia di gruppo attualmente è il trattamento terapeutico elettivo per i disturbi di dipendenza patologica, e nella dipendenza da Cybersesso gli obiettivi terapeutici sono concentrati nel riconoscimento del senso e del valore delle emozioni, nella rottura dell’isolamento, nella diminuzione del senso della vergogna e nell’aumento dell’autostima personale.

 

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