Critiche alla legge di bilancio dai sindacati confederali provinciali

Una critica serrata e senza appello alla legge di Bilancio 2019 e al documento di programmazione economica finanziaria (peraltro bocciati dall’Unione Europea e si verso la procedura d’infrazione per deficit eccessivo) e la necessità di consolidare l’Unità sindacale intesa come valore in un contesto storico dove il Governo nazionale e i partiti, quelli che ancora esistono, non sanno più interpretare i reali bisogni della gente determinando illusioni e false aspettative. Questo in sintesi il bilancio che gli Attivi Unitari dei sindacati confederali hanno tracciato stamani a Ragusa, quarta tappa siciliana, promossa dai segretari generali confederali di CGIL, CISL, UIL provinciali (Giuseppe Scifo, Paolo Sanzaro e Stefano Munafò che ha presieduto i lavori dell’Attivo Unitario), tutti presenti al tavolo della presidenza.

I documenti di programmazione economica – ha sostenuto Peppe Scifo che ha tenuto la relazione introduttiva in nome delle confederazioni sindacali – sono frutto di una mancata intermediazione con le forze sociali e sindacali e utili a determinate facile consenso ma del tutto inefficaci a determinare investimenti (il sud ne risulta fortemente penalizzato basta pensare allo stato di abbandono dell’ autostrada Siracusa-Gela e alla promessa del Governo su quei quindici milioni di euro per completare il tracciato sino a Marina di Ragusa. Una vera stravaganza), lavoro e quindi sviluppo e con essi occupazione vera. La quota 100 non è il superamento della Fornero come era stato detto ma oggi ancora non sappiamo che cosa sarà. Il decreto Dignità umilia il lavoro e i lavoratori con la presenza dei voucher che sono un colpo micidiale all’occupazione vera e creano precariato.

C’è la necessità, ha continuato Scifo, ad avere una scuola migliore soprattutto al Sud né può valere la promessa dell’immissione di 2000 docenti per garantire il tempo pieno quando ne sarebbero necessari 45 mila e 22 anni per completare il ciclo.

La bocciatura della legge di stabilità 2019 isola l’Italia dal resto dell’Europa. La politica del Governo sui migranti ha compiuto il resto nel senso che i provvedimenti varati aumenteranno la clandestinità e con essa verrà meno la sicurezza.

L’attivo Unitario, secondo Peppe Scifo, deve continuare consolidando l’unità d’intenti e di azione delle confederazioni sindacali che devono tornare a parlare nei luoghi di lavoro.

Quali sono le prospettive per la Sicilia nel quadro delle legge di bilancio 2019?

Salvatore Pasqualetto, segretario confederale della UIL Sicilia su questo non esprime ottimismo. Nove provincie tutte con una storia diversa. La UE riconosce la Sicilia come Isola ma non le da i benefici riservate ad altre isole europee. Ma in Sicilia si annidano responsabilità Era stata riconosciuta dal CIPE  la zona franca grazie alla legge regionale 15 del 2008 dotandola di 50 milioni di euro. Si aspetta ancora che il Governo regionale decida i piani di attuazione. Intanto i giovani, che in Sicilia si formano e scappano dall’isola verso altre nazioni dell’Europa: non si da lavoro ai laureati perché mancano le politiche d’investimento. Non si comprende in questa direzione, sottolinea Pasqualetto, cosa intende fare il Governo della Regione per i poli petrolchimici dove non si pensa alla bonifica dei luoghi molti dei quali sottoposti a sequestro dalla magistratura.

Gli attivi unitari che si stanno tenendo in tutta Italia hanno intanto la funzione di consolidare l’unità sindacale, oggi valore assoluto, in quanto da soli non si va da nessuna parte soprattutto rispetto a provvedimenti governativi privi di senso in quanto vuoti nei contenuti: quota 100, reddito di cittadinanza il cui diniego su due offerte di lavoro rifiutate fa decadere il diritto. Ma tutto questo varrebbe se ci fosse l’offerta di lavoro che non esiste soprattutto al sud. Sono 250 mila le famiglie siciliane che vivono in uno stato di assoluta povertà. I fondi evidentemente non bastano. Ma non è così che si apre la porta sul mondo del lavoro che è possibile solo in caso di sostanziosi investimenti pubblici.

Allora è il momento di riprendere il pallino in mano e costruire tavoli di confronto per progettare una nuova risposta alla società per tutti servizi essenziali a cominciare dalla sanità.

I lavori sono stati conclusi da Andrea Cuccello, segretario confederale nazionale della CISL.

Ha descritto un quadro nazionale disarmante con un Paese che esce da dieci di crisi quindi più povero e dove disparità sociale e senso di paura hanno determinato le condizioni per la nascita di un populismo utile al consenso ma che non risolve i problemi della gente. Si é creata una nuova generazione che non ha le stesse condizioni e possibilità dei padri che l’hanno generata.

Il popolo del sindacato per dirla chiara non è decontestualizzato dalla situazione politica che sta attraversando il Paese. E questo spiega molte cose, compreso il fatto che il sindacato deve continuare a confrontarsi e a parlare alla propria gente intensificando il contatto sforzandosi di trovare una via d’uscita. Per questa ragione l’unità sindacale è un valore imprescindibile che le confederazioni devono continuare a rinforzare. Si deve superare questa dannosa cultura della disintermediazione che sta portando solo danni, e purtroppo alcuni saranno gravi, basta pensare alla Flat Tax, alla quota 100 e al reddito di cittadinanza. Solo rimedi per creare assistenza ma non lavoro vero. Per tale ragione questo Governo non può certo piacere a CGIL,CISL,UIL.

Dal dibattito che si è sviluppato trai partecipanti all’Attivo Unitario sono emerse la necessità di costruire degli attivi unitari aventi per tema le questioni connesse allo sviluppo del territorio (industria, turismo, servizi e infrastrutture). Solo gli investimenti anche in questa provincia possono garantire lavoro vero. Netto il giudizio negativo sulle misure contenute nella legge di stabilità 2019 e auspici per consolidare l’unità sindacale e il rapporto sempre più stretto tra sindacato e lavoratori soprattutto nei luoghi di lavoro.

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